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| Titolo: 23/07/15 - Vinella: "Il fallimento è stato un disonore. La Triade..." Gio Lug 23, 2015 9:36 am | |
| "Accettai l'incarico per un atto d'amore nei confronti di un'azienda che mi ha dato lavoro per trent'anni. E io per tutti quegli anni ho vissuto con i miei carnefici. Mi sento tradito, usato, raggirato, deluso". E' un fiume in piena Franco Vinella. L'ex amministratore unico del Bari targato Matarrese, in un'intervista a La Gazzetta de Mezzogiorno, riavvolge il nastro dei ricordi dopo il fallimento dell'As Bari. Oggi, dopo gli avvisi di garanzia che gli sono stati notificati per la gestione del club di Contrada Torrebella, si sente un uomo ferito e abbandonato ad un destino che non avrebbe mai immaginato potesse materializzarsi: "Il fallimento è stato un business per tutti. - ha proseguito Vinella - A volte credo che dietro questo percorso ci sia stata una strategia ben precisa finalizzata a raggiungere l'obiettivo. E poi, se proprio il Bari doveva fallire, la bottega doveva chiudere nel gennaio del 2013".
Vinella passa in rassegna quelle tra le possibili soluzioni che avrebbe voluto portare avanti nei momenti clou della gestione del Bari: "La rateizzazione del debito. Mi sono mosso per ottenerlo e l'avevo ottenuto. - ha spiegato al quotidiano pugliese - Un percorso duro, improntato sul rigore, non scontato. Nessuno pensava che i Matarrese volessero il fallimento del Bari, neanche io. Il rammarico è quindi per come sia finita. Qualcuno disse che la rottamazione fosse l'unica strada da percorrere. Ma il fallimento rappresenta un disonore. Mi ero illuso di riuscire ad evitarlo".
Le ferite difficilmente potranno rimarginarsi. L'ex dirigente dei galletti prosegue nel suo racconto: "Ho la coscienta a posto, non avendo preso mai nulla. Ho lasciato nelle casse della società 5 milioni di euro. Anzi ci ho rimesso. Momenti positivi? L'ultimo anno di gestione è stato qualcosa di unico. Ci siamo inventati di tutto e di più per rispettare i parametri. C'era bisogno di una proprietà presente che in realtà era inesistente. Le magie fatte da Angelozzi restano indimenticabili. Io, Guido e Piero Doronzo ci chiamavano la Triade. Questa esperienza ci ha unito".
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