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| Titolo: 28/03/16 - A lezione da Camplone: il suo calcio è tutta qua... Lun Mar 28, 2016 9:47 pm | |
| "Le mie squadre si pongono un obiettivo su tutti: vincere attraverso il gioco". Più o meno così mister Camplone spiegava il suo credo calcistico il giorno della sua presentazione. Da allora son passati più di tre mesi e, dopo un'inizio balbettante e qualche intoppo - anche personale - di troppo, l'allenatore pescarese sta finalmente dimostrando coi fatti che si può arrivare al risultato sciorinando un calcio propositivo, finalizzato sì al divertimento ma anche e soprattutto a fare punti. Un calcio che in Italia, purtroppo, in pochi cercano di offrire ad un pubblico che resta comunque esigente. Come quello barese, ora contento di poter applaudire una formazione che vince, convincendo.
Il suo calcio è semplice, ma solo per chi lo capisce. La chiave di lettura del suo 4-3-3 sta in due concetti principali: dinamicità dei singoli e verticalizzazioni. In mezzo, però, c'è tanta tattica e tantissimo movimento senza palla, soprattutto degli attaccanti.
DIFESA - Vero tallone d'achille di questi primi mesi di cura Camplone. Vittima di un gioco che tende a far sbilanciare la squadra in avanti, la retroguardia biancorossa va spesso - troppo spesso - in affanno. E' questo il duro prezzo da pagare quando si cerca a tutti i costi di sopraffare l'avversario, sia in termini di possesso palla sia, soprattutto, nella somma dei gol. La linea a quattro è piazzata abbastanza alta. Questo tipo di atteggiamento permette alla squadra di restare corta e compatta ma espone i due centrali ad un lavoro delicatissimo oltre che costringere gli stessi a confronti vis a vis con gli attaccanti avversari. Discorso diverso per i due terzini. Da loro mister Camplone si aspetta tanto in fase difensiva ma ancor di più quando ad attaccare sono i biancorossi. Seppur a turnazione, i due laterali di difesa devono sostenere centrocampo e attacco con maniacale continuità. Il numero dei cross per le punte è cresciuto a dismisura, e questo non può che rappresentare al meglio l'idea del tecnico, che non a caso a gennaio aveva chiesto terzini offensivi dai piedi delicati. Jakimovski, in tal senso, rappresenta ancora una sfida da vincere e, visti i risultati generali sin qui ottenuti dall'ex Perugia, c'è da essere ottimisti.
CENTROCAMPO - E' qui che si è concentrata la vera rivoluzione di Andrea Camplone. Il tecnico è infatti riuscito a mescolare al meglio le caratteristiche dei suoi giocatori. Moto perpetuo ed inserimenti senza palla: le due mezz'ale sono le due pedine più importanti. Pressing e pericolosità in zona gol. Questo, in sintesi, l'obiettivo, raggiungibile se poi in mezzo hai un giocatore come Romizi, capace di donare equilibrio e stabilità all'intero reparto. Il numero quattro, infatti, non si limita di certo a fare solo da scudo davanti alla difesa. Il suo movimento è totale, specie in orizzontale. La linea di centrocampo è di sua competenza in tutta la sua larghezza. In buona sostanza, non si tratta del solito mediano ma di un centrocampista eclettico a cui affidare le chiavi della squadra. Sia in costruzione che in fase di ripiegamento, in cui è lui il primo chiamato alla chiusura. Circa la manovra, e la sua fluidità, l'idea del mister suona chiara come il sole: due passaggi in orizzontale son troppi. Il Bari, il suo Bari deve cercare l'immediata verticalizzazione verso i suoi attaccanti, che nel mentre si suddividono i compiti: l'attaccante centrale si fa indietro per ricevere palla mentre i due esterni attaccano gli spazi (almeno uno dei due in profondità).
ATTACCO - Fraseggi più continui tra le punte e un'idea ferma: il centravanti deve fare il centravanti e non rincorrere avversari sin sulle bandierine. Poi i due laterali, a cui il tecnico chiede due cose su tutte: accentrarsi per trovare meglio la via della porta e per non lasciare mai troppo isolato lo stesso centravanti, con cui il dialogo dev'essere frequente. A Camplone, in fondo, non piacciono gli attaccanti che crossano o arrivano sul fondo. A quello ci devono pensare i terzini e, al massimo, le mezz'ale. Le tre punte, dunque, devono fare le punte. Meno compiti di copertura e più freschezza in ripartenza. Questo è quello che fanno gli avanti nel nuovo Bari di mister Camplone.
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