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L'attaccante del Bari Giuseppe Sibilli è intervenuto ai microfoni di DAZN durante la trasmissione DAZN Talks. Nel corso dell'intervista, il numero 20 biancorosso ha toccato vari argomenti, parlando della squadra e delle sue passioni personali.
Sull'inizio del 2024: "Con la Ternana abbiamo fatto una buona partita, sono molto contento di come abbiamo iniziato questo 2024. Non siamo contenti del girone d'andata, ma il piglio iniziale di questo nuovo anno è stato quello giusto, dobbiamo continuare così".
Gol ed esultanze: "Faccio solo gol belli? Sono caratteristiche personali. Il gol all'andata contro l'Ascoli è uno dei più belli che io abbia mai fatto, il mio preferito da quando sono a Bari. In quei momenti non pensi molto, ti viene tutto naturale. Il mio gol preferito in assoluto? Pisa-Lecce 1-0. Esultanza con la cresta del galletto? Non posso mai dire di no, ci penserò. Spesso faccio un gesto dedicato alla mia fidanzata. A volte rivedo i miei gol, anche per darmi più motivazione".
Sul suo soprannome: "Nel quartiere in cui sono cresciuto mi chiamavano Beckham. Dicevano ci fosse una somiglianza quand'ero bambino, mi sa che l'ho persa per strada però (ride, ndr)".
Sul suo percorso nel calcio: "Mio padre era calciatore e mi ha trasmesso la passione, ho giocato tanto per strada. La prima esperienza l'ho fatta con lui in squadra in Eccellenza, sono cresciuto tanto in quell'anno. Il momento più difficile? L'infortunio al ginocchio quando avevo vent’anni. Ero in Serie D, avevo pensato di smettere. Da lì però è nata la mentalità che ho oggi".
La sua passione extra-campo: "La pesca. Vado anche a Bari, col freddo: mi rilassa. Ho provato a portare qualche compagno: Frabotta, Koutsoupias e Benali, ma a loro non piace come piace a me".
Sullo spogliatoio e sulla stagione del Bari: "Ho trovato un bellissimo gruppo, spogliatoio molto caldo. Avevo già un rapporto stretto con Benali. Con gli altri napoletani facciamo tanti scherzi. Vittime preferite? Achik e Dorval, ma stanno al gioco. Cambio allenatore? Per me i risultati non erano colpa di Mignani. Con Marino forse è cambiato qualcosa nella nostra testa, nell'aria si sentiva il peso della finale persa dei playoff. Alla Serie A ci credo ancora, sono venuto qua per questo motivo. I playoff sono una lotteria, bisogna crederci".
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