Bari Grande Amore
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| Titolo: Piccolo Bari, sabato di disfatta. Disastro tattico contro l’Empoli: ora basta esperimenti Dom Gen 28, 2018 11:30 pm | |
| Un fulmine a ciel sereno…o forse no. Ieri il Bari ha perso malamente la sfida contro l’Empoli: uno scontro diretto casalingo per stabilire con maggior precisione le gerarchie in ottica playoff e promozione. I galletti escono dal ‘San Nicola’ con le ossa rotte, indubbiamente. Uno 0-4 non è mai un risultato casuale ed è – aldilà di quel che si può pensare – figlio di precedenti uscite mai del tutto convincenti. Anche laddove sono stati raccolti dei punti.
La sconfitta maturata contro i toscani porta soprattutto la firma dell’allenatore, Fabio Grosso. Mai durante l’arco del campionato il Bari ha avuto uno schieramento fisso, ma è altrettanto vero che nell’ultimo periodo gli ‘esperimenti’ sono stati troppi: le provette, prima o poi, saltano. Ieri non era proprio il caso di farne.
Così si rischia di far venir meno la bontà del lavoro che, a fine novembre, aveva condotto i galletti in testa alla classifica: un primato figlio non solo del mancato decollo delle big, ma anche di un filo logico che stava dando identità al collettivo (con Novara e Foggia scesi in campo gli stessi giocatori, fatto inedito). Passare dal 4-3-3 di Cesena al 3-5-1-1 cambiando 6 elementi ed escludendo dal gioco Galano (un perno della squadra, fuori per scelta tecnica? Mah) è valso un harakiri. Ha esposto i pugliesi al sacro furore di un Empoli certamente superiore, ma non tanto quanto dice il risultato. Il fatto è che gli azzurri, prima di disporre di una raffinata batteria di singoli soprattutto dalla cintola in su, sono una squadra. Il Bari ancora no. Non avere una formazione base su cui impostare il lavoro tecnico-tattico dopo 23 giornate non è un buon segno. Il mercato? Alibi che può reggere fino ad un certo punto. E, cosa peggiore, i galletti non hanno mai dato l’impressione di potersela giocare fino in fondo: se sulla carta l’intento era quello di osare, nei fatti si è invece visto un atteggiamento remissivo. Il tutto è stato accompagnato da una manovra lenta e compassata, gli uomini di Andreazzoli correvano il doppio.
Secondo il mister anche con altre pedine l’esito della partita non sarebbe stato diverso. Sarà, ma il nocciolo della questione è un altro: si può perdere, ma con dignità. Lottando usando il buonsenso. Questo non è successo. E se si crede in determinate idee bisogna sostenerle sino in fondo, senza rimangiarsele in toto ed apportando correttivi laddove è necessario. Non rivoluzionare. A dei limiti già esistenti (più volte abbiamo parlato della non sempre efficace lettura delle partite da parte del mister, di cambi tardivi o di un mancato coraggio nell’osare quando si potrebbe) se ne sono aggiunti altri. Serve più personalità e non è la prima volta che questa componente è venuta a mancare, aldilà di chi scende in campo. I fischi dei tifosi sono assolutamente giustificati: questo Bari può dare di più, ma non si applica nel modo giusto. Aver centrato solo 1 vittoria in 7 gare è un campanello d’allarme, il calo fisico successivo al derby contro il Foggia altrettanto. E con le altre prime 7 i galletti hanno vinto solo contro Cremonese e Cittadella, per poi pareggiare contro il Parma. Il resto è solo una serie di sconfitte: così pensare in grande è dura.
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