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| Titolo: 13/10/15 - GdM - Inchiesta sui diritti tv, Gdf in sede Bari calcio. La società: noi in regola Mar Ott 13, 2015 4:41 pm | |
| C'è anche la Football club Bari 1908, tra le società «visitate» dai militari della Guardia di Finanza venerdì scorso nell'ambito dell'indagine della procura di Milano sulla compravendita dei diritti televisi di parte di Infront. Sulla vicenda c'è il massimo riserbo e l'unica certezza è che l'ordine di esibizione dei documenti che ha riguardato diverse società di serie A e serie B - riguarderebbe i contratti siglati con il colosso advisor della Lega calcio nella compravendita dei diritti televisivi. L'inchiesta, in cui si ipotizzano i reati di turbativa d'asta, turbata libertà degli incanti e ostacolo all'attività degli organi di vigilanza, vede come principale indagato il capo di Infront, Marco Bogarelli.
Nel caso del Bari (i militari delle Fiamme gialle si sono presentati nella sede di via Torrebella), uno dei contratti oggetto di interesse da parte dei magistrati milanesi, sarebbe quello stipulato con il secondo sponsor di maglia, dell'importo di 460mila euro, per i quali Infront avrebbe girato il corrispettivo alla società biancorossa. Sul punto, va detto che in una nota diffusa ieri dalla società - dopo la pubblicazione di un articolo sul Sole 24 ore che riferendosi ad attività investigative aveva considerato tale versamento di denaro quale «indebito finanziamento» per eludere le verifiche sull'equilibrio finanziario delle società disposto dalla Covisoc - è stato sottolineato che «non riguardano né FC Bari 1908 s.p.a., né il suo presidente Gianluca Paparesta, le ipotesi avanzate in relazione a pagamenti di somme «estero su estero», anche per la certezza che suddetti soggetti sono esclusivamente titolari di rapporti di conti correnti su istituti di credito nazionali». Sul contratto di sponsorizzazione finito sotto i riflettori dei finanzieri, la società ha evidenziato che il costo assolutamente proporzionato ai prezzi di mercato, oltre che agli altri contratti di sponsorizzazione già stipulati con altre aziende e che «il relativo pagamento è avvenuto nella assoluta trasparenza, attraverso bonifico bancario».
Secondo quanto è emerso nel corso dell'indagine della procura milanese, il reato ipotizzato nei confronti delle società, sarebbe di ostacolo agli organi di vigilanza nei confronti della Covisoc, la commissione per la vigilanza e il controllo delle società di calcio professionistiche. La società di Paparesta, nella nota inviata ieri, ha ribadito la sua estraneità a ogni ipotesi penalmente rilevante precisando che «risulterebbe attenzionata, esclusivamente per un’ipotesi prevista e punita dal codice civile».
Nei mesi scorsi, un'altra inchiesta della procura di Bari - avente per oggetto però la procedura di asta con la quale Paparesta si è aggiudicato l'asta del Bari calcio nel maggio 2014, grazie anche alle somme versate da Infront per l'acquisto dei diritti audiovisivi e di archivio del club biancorosso - si è conclusa con l'archiviazione del procedimento da parte della stessa procura.
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