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| Titolo: 15/08/15 - Amoruso: "Manca un leader. Attacco? Meglio Bianchi. Paparesta..." Sab Ago 15, 2015 1:48 pm | |
| Mancano poco più di due settimane all’inizio del campionato cadetto e con le squadre ancora in una fase di allestimento si cerca di intuire quelle che saranno le principali mosse del mercato. Tra le società più attive, ovviamente, c’è il Bari alla ricerca di altri tasselli, tra cui una punta da 20 gol. Un ex galletto come Lorenzo Amoruso ne ha parlato ai taccuini de La Gazzetta dello Sport: “Nel 4-2-3-1 davanti ci vuole uno forte fisicamente. Bianchi è l’ideale per fisicità e qualità. Si lascia alle spalle due anni in cui non ha fatto bene. Maniero ha piedi più buoni ma non lo vedo da solo in prima linea. – ha proseguito l’ex viola - Ma credo che a questo Bari manchi un leader. In giro ce ne sono rimasti pochi ma bisogna trovarne uno che sappia prendersi le responsabilità in campo e nello spogliatoio”.
Da un difensore ad un altro. L’arrivo di Di Cesare ha completato il pacchetto arretrato. Amoruso è pienamente d’accordo: “Ora il reparto è messo bene. Nicola avrà modo di sistemarlo a dovere nelle prossime due settimane. C’è una base solida ma la squadra va completata”.
Ma non ci sono solo le note liete. A tenere banco anche i casi dei dissidenti Galano e Caputo, ormai fuori orbita dal progetto tecnico di Nicola: “Sono ragazzi che hanno dato tanto al Bari, ottimi calciatori per il campionato cadetto. Mi spiace stia finendo così. - ha ammesso - Per certi versi mi ha ricordato casi simili scoppiati alla Fiorentina. Da Ljiaic a Neto, da Montella a Salah. C’è tanta gente che lavora in società ma alla fine decidono sempre i Della Valle, così succede a Bari con Paparesta. Il presidente non può occuparsi di tutto”. La soluzione secondo l’ex stopper del Bari: “Nel calcio occorre essere lucidi e rapidi nel sistemare le vicende più delicate. – ha spiegato alla rosea - E non sempre può pensarci il presidente, a cui ovviamente spetta l’ultima parola. In un contesto societario è di fondamentale importanza la figura di dirigenti che sappiano fare calcio. Perfino più importante di un bomber”.
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