Bisedo
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| Titolo: 02/04/16 - TB - Rivelazioni, nodi irrisolti e gol a grappoli: bilancio dei primi mesi di Camplone Sab Apr 02, 2016 3:05 pm | |
| A che punto è l’opera di evangelizzazione dei galletti da parte di mister Camplone? Dopo la disfatta di Chiavari ci saremmo risposti: a un punto morto. Dopo i fuochi d’artificio di Salerno, invece, il giudizio comincia ad essere decisamente più clemente. Sedici gol in cinque gare non si segnano per caso: al contrario sono l’evidente risultato di ore e ore di catechismo. Forse non è ancora esattamente la squadra che il mister vorrebbe ma, suvvia, i primi segni di questi primi mesi di lavoro cominciano a vedersi.
MICAI BRUSCOLINI - Un paratone di qua, un’altra prodezza di là. Da più di un anno il Bari aveva in panchina un eccellente portiere, eppure nessuno sembrava essersene accorto. Nessuno prima di Camplone. Qualcuno penserà: scoperta fortuita, senza la sciagurata notte di Guarna contro il Crotone adesso parleremmo d’altro. Falso. Chi conosce bene il mister sapeva che non si sarebbero fatte carte false per salvare l’estremo difensore calabrese dalla folla di tifosi del Bari che ne chiedevano la testa. D’altronde, anche i più smemorati ricorderanno che durante tutto il mercato invernale ai biancorossi sono stati accostati diversi portieri. Evidentemente qualcosa bolliva in pentola e quell’indimenticabile 2-3 contro i pitagorici non ha fatto altro che accelerare il corso degli eventi.
BALLANDO SENZA STELLE - Ricapitolando. Da quando Camplone si è insediato, per la fascia destra della difesa barese ne ha provati 4 (Sabelli – poi partito – Donkor, Cissokho e Defendi), e altrettanti per sinistra (Gemiti, Contini, Di Noia, Jakimovski). Tanti, troppi esperimenti. Non il vizio di un alchimista irrequieto, quanto piuttosto la sublimazione dell’arte di arrangiarsi. E non trova tuttora pace, Camplone, nemmeno per la zona centrale della retroguardia: s’è perso il conto delle volte in cui ha lamentato l’assenza di un marcatore rapido. Risultato: 17 gol presi in 12 gare. Qualcuno dirà che quando riesci ad esprimere un calcio effervescente, è normale che, esaurite le bollicine, lo spumante da far bere alla difesa diventi aspro e sgasato. Può essere, ma la giustificazione non esaurisce la ricerca di motivi un po’ più spiccioli.
ALL’ARREMBAGGIO - “Da centrocampo in su questa squadra ha tanta qualità”: detto, ridetto e ripetuto all'infinito. Il tecnico pescarese non ha mai negato l’evidenza. Ma che sarebbe riuscito a modellare un tridente armonioso sorretto da un centrocampo tambureggiante, beh, questo lo pensavano in pochissimi fino a poco tempo fa. E invece, ecco la sua galleria di capolavori: l’esplosione, non solo in termini realizzativi, di Dezi; la tardiva ma abbagliante epifania del talento di Sansone; la ritrovata indole da puntuale cecchino di Maniero. Insomma, la mano di Camplone comincia a vedersi in modo sempre più nitido. Contro il Cesena l’ennesimo banco di prova da non cannare e chissà se sarà l’ennesimo show dei record di gol. Non sarà cominciata al meglio la sua avventura pugliese, ma forse ora il mister è davvero a metà dell'opera.
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