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 10/02/16 - Di Marzio: L’ultimo saluto a Vito Vasile: un film, una dedica e il suo amore per la Bari

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MessaggioTitolo: 10/02/16 - Di Marzio: L’ultimo saluto a Vito Vasile: un film, una dedica e il suo amore per la Bari   10/02/16 - Di Marzio: L’ultimo saluto a Vito Vasile: un film, una dedica e il suo amore per la Bari EmptyMer Feb 10, 2016 12:41 pm

10/02/16 - Di Marzio: L’ultimo saluto a Vito Vasile: un film, una dedica e il suo amore per la Bari Fgfgfgf-560x420



“A Bruno, se non vuoi farti mangiare dal pesce grosso…fatti scorfano”. Con queste parole si apre la copia di “Intruso. La vera storia di Vito Vasile imputato “abusivo””, ovvero la biografia che Vito mi ha regalato venerdì scorso subito dopo la nostra bella e lunga chiacchierata nella hall del Vittoria Parc Hotel di Palese. “Conosco tanti pescatori e tutti mi hanno sempre detto che nella loro vita non hanno mai trovato resti di scorfani nelle interiora dei grandi pesci di mare”, la spiegazione che mi ha dato subito dopo avermi consegnato il libro.

Ci eravamo conosciuti qualche giorno prima seppure soltanto per telefono. Mi aveva risposto con una voce roca e stanca, ma tra un colpo di tosse e l’altro aveva accettato di vedermi per raccontarmi qualcosa in più sul suo legame con “la Bari”. “In questo momento sono in ospedale perché non sono stato bene, ma per venerdì mi rimetterò e potremo vederci”, mi aveva detto con grande sincerità. Avevamo appuntamento al Parco dei Principi ma al mio arrivo sua figlia mi ha subito fatto presente che il signor Vito non poteva più ricevermi perché non stava bene. Al suo posto mi avrebbe accolto Rosa, l’altra figlia, che mi aspettava al Vittoria Parc Hotel.

Dopo qualche minuto di auto entro nell’hotel e seduto in poltrona, accanto a Rosa, trovo proprio Vito Vasile. “Eh niente - dice lei - ci ha tenuto ad esserci perché le cose te le vuole raccontare in prima persona”.  Occhiali rotondi e baffetto brizzolato: Vito è vestito di tutto punto, elegante . A dimostrazione del fatto che a questo incontro ci tiene per davvero. D’altra parte è stato uno dei protagonisti della stagione 2013-14, quella del famoso fallimento del Bari. Nonostante si tratti di un periodo “buio” ne parla con affetto, e senza alcuna vergogna ammette che quella sia stata l’annata più emozionante che ricordi. “Pensa - aggiunge Rosa che è seduta lì accanto a noi - in quel periodo sono spariti anche i problemi di salute”.

La nostra è una chiacchierata più che un’intervista, perché Vito ha talmente voglia di parlare e raccontare tutto che non c’è neanche bisogno che io faccia le domande. Ed in ogni sua singola parola si percepisce l’amore viscerale che ha nei confronti della squadra della sua città. Parlare del Bari lo fa sentire vivo, forte. Mi racconta aneddoti e curiosità. Ci sono momenti nei quali fa anche confusione: accavalla tre, quattro anche cinque discorsi alla volta, perché vuole dirmi proprio tutto. Ma il filo logico non lo perde mai. Parla dei calciatori del Bari, da Delvecchio a Defendi, da Galano a Sciaudone, come se fossero stati figli suoi. “Persone così educate non ne ho viste mai”, una frase banale che ci tiene a precisare. Ne scandisce le parole e le ripete anche più di una volta. Vito, al pari dei calciatori, è stato parte integrante di quella squadra.

Faccio fatica a doverlo salutare, ma devo scappare. Lui insiste, vuole parlare ancora e allora prima mi regala il dvd di “Una meravigliosa stagione fallimentare”, cortometraggio pluripremiato, e poi chiede ad un ragazzo in reception di andare nella sua auto a prendere “Intruso”. “E’ il mio libro, ci tengo a regalartene una copia. Però, scusami sono un po’ anziano, ho dimenticato il tuo nome”. Glielo ripeto, lui annuisce e inizia a scrivere la dedica.

Adesso sono a casa e sul mio comodino rivedo quella faccia in bianco e nero che è sulla copertina del libro e la scritta rossa - in maiuscolo - “INTRUSO”. Ecco caro Vito, ti conosciuto per pochissimo tempo eppure intruso non mi ci ha fatto sentire neanche per un attimo


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