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| Titolo: 18/12/15 - Gentsoglou, piedi greci nel cuore del centrocampo del Bari Ven Dic 18, 2015 1:46 pm | |
| Dall'Aek Atene al calcio italiano: il centrocampista greco Savvas Gentsoglou, perno del Bari, candidato alla promozione in serie A, si racconta a Mondogreco. Sogni, ambizioni e anche un pizzico di saggezza sulla crisi economica che ha investito il paese. Leader della mediana di una delle prime potenze del campionato di Serie B italiana, candidata tra le più accreditate alla promozione. Trentaquattro presenze nella nazionale giovanile fino all’Under 21, una convocazione con la divisa della prima squadra ed un titolo europeo Under 19 vinto ad Austria 2007. Savvas Gentsoglu nel frattempo è stato giocatore di AEK Atene, Livorno, Sampdoria, Spezia ed Ergotelis. Ancora 25enne il centrocampista del Bari è protagonista di una carriera già invidiabile. Il numero 16 dei biancorossi si racconta, analizzando la situazione greca e della Grecia calcistica dopo l’eliminazione dal girone degli europei e l’annullamento del derby tra Panathinaikos e Olympiakos. Nato a Kavala il 19 settembre 1990. L’esordio da professionista arriva il 26 aprile 2009 a 19 anni con la maglia dell’AEK Atene nell'incontro disputato contro l'Ergotelis. Perché era andato via dall’AEK e che emozioni si provano in quel momento? L’AEK Atene era la squadra del mio cuore, la seguivo da bambino. Sono andato via perché avevo problemi economici , l’anno dopo la mia partenza il club fallì e retrocesse in Serie C. Per fortuna oggi la squadra della Capitale è tornata nella prima divisione, non posso che essere contento. Quello è stato indubbiamente uno dei giorni più belli della mia vita, scendevo in campo con la maglia della mia squadra del cuore. Dopo l’AEK è venuto in Italia, prima alla Sampdoria e poi al Livorno. In questi anni è stato anche un giocatore importante per il settore giovanile della nazionale greca, 14 partite in Under 19 e 14 in Under 21. Oggi, lei che con la nazionale maggiore non è mai sceso in campo, crede che l’esplosione del calcio greco in tutta Europa abbia fatto un po’ perdere le motivazioni ai suoi compagni quando indossano la maglia azzurra della Grecia? La vostra nazionale è fuori dagli europei nonostante un girone non particolarmente ostico e un tecnico che oggi è alla guida del Leicester, primo in Premier. Sono stato convocato solo una volta purtroppo. I calciatori greci oggi non sono più affamati come lo erano prima, ognuno proviene da campionati diversi e con un nuovo allenatore non è facile trovare subito l’intesa. La Federazione aveva assunto un grande tecnico come Claudio Ranieri, purtroppo non gli è stato dato il tempo di lavorare. La gente in Grecia è così, non ha pazienza e quindi hanno ritenuto giusto mandare via un tecnico solo perché non sono arrivati subito i risultati. Bisognerebbe capire che quando in rosa arrivano tanti giocatori nuovi ed una nuova guida è fondamentale dar loro del tempo, senza pazienza non si può andare avanti Nel 2004, con Otto Rehhagel, una nazionale sulla carta nettamente meno esperta e competitiva ha portato a casa il titolo di campioni d’Europa. Cosa è cambiato nella mentalità dei giocatori? Corro il rischio di essere ripetitivo, per me però manca la fame in campo. Quello del 2004 è stato un miracolo, nessuno credeva che sarebbe potuta andare a finire così. Quell’Europeo in Grecia lo ricorderanno per tanti anni, non so se potrà succedere ancora. Io spero che le cose migliorino per la squadra, ci credo. Dopo dieci giornate tra tribuna e panchina, la chance da titolare contro il Novara. Da quel giorno il Bari non gioca più senza Savvas Gentsoglu. Il lavoro che svolge con Davide Nicola, tecnico che lei aveva già avuto quando giocava nel Livorno, ed una eventuale promozione in Serie A, possono aiutarla a conquistare la maglia della nazionale? Sono arrivato in condizioni fisiche non ottimali, il campionato greco era finito a maggio e io sono rimasto fermo per quasi tre mesi. Da quando sto bene il mister mi fa giocare e credo di aver trovato anche un buon equilibrio in campo. Spero di poter continuare a garantire questa qualità e quantità a tifosi e compagni. Crede che una promozione con il Bari oggi potrebbe aiutarla a riconquistare i colori della Grecia? Uno dei miei obiettivi è riconquistare la maglia azzurra della mia Grecia. Voglio continuare a fare bene qui e voglio continuare a giocare come fatto fino ad ora, solo così posso sperare di essere convocato con la mia nazionale. Sogno ancora l’esordio. I problemi socio-economici che sta attraversando in questi anni la Grecia si riverberano sul mondo del calcio? Il derby più atteso di Grecia, Panathinaikos – Olympiakos, non è stato giocato a causa degli scontri sugli spalti e lontani dallo stadio. Si purtroppo è così, quello che succede alla gente in Grecia si riflette sul campo: la gente non sta bene e sfoga la sua rabbia allo stadio. Negli ultimi tempi la situazione sta migliorando, questo è vero e spero che continui, anche se lentamente, a tornare alla normalità. Cos’è più importante oggi, la promozione con il Bari o riconquistare la maglia della Nazionale? Oggi penso al 100% alla promozione con il mio club, per la Nazionale vedremo avanti. I risultati con il Bari mi aiuteranno a conquistare la Grecia.
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