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Poteva appendere gli scarpini al chiodo qualche mese fa, chiudendo una carriera da professionista ricca di soddisfazioni ed esperienze importante. Ma l'esperienza da calciatore di Valerio Di Cesare non poteva concludersi con le lacrime di una delle notti più tristi della storia barese: è stata proprio la ferita dell'undici giugno, ed a raccontarlo è stato lui stesso nell'intervista rilasciata dopo la partita contro il Parma che ha fatto molto discutere, a dargli le energie per riprovarci, per risanare quel dispiacere generato dal gol di Pavoletti.
"Voglio ripartire e ce la sto mettendo tutta", ha dichiarato in quell'occasione il capitano, e mai come in questo momento c'è la sensazione che la sua leadership sia essenziale per provare a tirare fuori il Bari da questo periodo difficile. Già, perché l'avvio di stagione è sicuramente diverso da quello che lo stesso Di Cesare aveva immaginato: i numeri e le prestazioni fotografano un Bari in difficoltà sotto diversi aspetti, dalla condizioni atletica alle qualità delle azioni offensive prodotte dagli uomini di Mignani.
La città ribolle, e forse questo è assolutamente normale. Una piazza che lo scorso anno ha portato allo stadio numeri incredibili per il campionato di Serie B ha tutto il diritto di vedere la propria squadra lottare sempre per obiettivi importanti, ed era forse prevedibile immaginare che un avvio di stagione sottotono avesse generato paure e malumori. Ed è proprio in questo che il ruolo del capitano diviene fondamentale: per crescere la formazione biancorossa ha anzitutto bisogno di sicurezza nei propri mezzi, serenità nel lavoro quotidiano e energia nel dare sempre il massimo, tutti aspetti su cui lavorare anche grazie all'aiuto di senatori esperti, come appunto Di Cesare.
Ma il ruolo di quest'ultimo non riguarda solamente l'aspetto motivazionale, anzi. Valerio Di Cesare è importantissimo soprattutto per quanto riguarda il calcio giocato. Le ultime partite hanno mostrato come la retroguardia soffra notevolmente senza il suo leader: Zuzek si è fatto trovare spesso impreparato e Matino non è stato quasi mai preso in considerazione dal mister. Nell'attesa di una crescita di questi ultimi due, il Bari sembra non poter fare a meno del suo capitano. Almeno fino a gennaio, quando il mercato potrà regalare rinforzi che gli permettano di rifiatare più spesso.
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