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 Avellino, D'Agostino: "Non c'è la Ternana di turno. Il Bari? Anche l'anno scorso abbiamo rosicchiato il gap"

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MessaggioTitolo: Avellino, D'Agostino: "Non c'è la Ternana di turno. Il Bari? Anche l'anno scorso abbiamo rosicchiato il gap"   Avellino, D'Agostino: "Non c'è la Ternana di turno. Il Bari? Anche l'anno scorso abbiamo rosicchiato il gap" EmptyVen Dic 03, 2021 10:54 am

Avellino, D'Agostino: "Non c'è la Ternana di turno. Il Bari? Anche l'anno scorso abbiamo rosicchiato il gap" 81e42768f5f1dd23bc4c1343183cf27c-76559-d41d8cd98f00b204e9800998ecf8427e

"È una settimana di calcio puro, sono queste le partite che è bello giocare". Non sarà un weekend come gli altri, per l'Avellino che si appresta a ospitare il Bari. Alla rivalità tra le due piazze, fra le più sentite della Serie C, si aggiunge la classifica: nel girone C, i biancorossi sono in testa a 36 punti, mentre gli irpini quinti a nove lunghezze di distanza. È una sfida che può cambiare la stagione. Di questo, e di tanto altro, ha parlato a TuttoC l'amministratore unico di IDC, la società che detiene il cento per cento delle quote dell'Avellino, Giovanni D'Agostino.

A febbraio saranno due anni che guidate l'Avellino, a che punto è il vostro progetto?

"Sono due anni che il Lupo è diventato di famiglia, anche se in passato come main sponsor siamo sempre stati vicini al club. Conosciamo bene la piazza, da irpini nati e cresciuti in queste zone conosciamo bene le dinamiche. Diciamo che stiamo rispettando la timeline del nostro progetto: l'anno scorso siamo partiti dal rifondare il nostro settore giovanile, col progetto Youth che prevede per esempio l'under 16 e la cantera biancoverde, che accoglie ragazzi dal 2013 al 2008. Abbiamo le Wolf Woman, in generale stiamo facendo rete sul territorio: vogliamo valorizzare l'intera provincia. Poi ovviamente non possiamo puntare solo sui ragazzi della zona, quindi cerchiamo a tutti i livelli dei profili interessanti. Io penso che aver portato in società uno come Nando De Napoli, l'unico irpino ad aver giocato i mondiali, come coordinatore tecnico sia una cosa molto importante".

Ad aprile avete presentato il progetto del nuovo stadio, a che punto siete?

"Anche in questo caso direi in linea. Ovviamente ci sono dei tempi burocratici da rispettare, ma stiamo rispettando la tabella di marcia che ci eravamo proposti. Il progetto è ambizioso, non sarà uno stadio da Serie C".

Più o meno, quando considerate di poterci giocare?

"Durante la presentazione c'è stato un po' di ottimismo, penso che parlare di date sia un po' controproducente al momento. Diciamo che siamo a buon punto. E che il presidente (Angelo Antonio D'Agostino, padre di Giovanni e imprenditore attivo, tra gli altri, nel campo dell'edilizia, ndr) è abituato a costruire. Come dicevo non è uno stadio da Lega Pro, ragion per cui non ci aspettiamo di giocare subito: diciamo che ce lo dobbiamo meritare".

Non dev'essere stato facile, arrivare appena prima dell'esplosione della pandemia.

"Soprattutto perché non abbiamo ereditato nulla, il club era vuoto. Anzi, era pieno di debiti a causa di una gestione difficoltosa negli ultimi anni. Molti dicono che senza la nostra famiglia sarebbe stato spacciato: non voglio dirlo, ma abbiamo rifocillato il lupo e ora deve essere pronto per azzannare. Diciamo che la forza del presidente e del gruppo è stata importante in questo senso. Noi appena ci siamo presentati abbiamo scelto di fare i playoff che costarono 3-400 mila anche solo per i tamponi. Era un messaggio: non ci tiriamo indietro e non ci tireremo mai indietro, anche se era un momento delicato perché partivamo dal decimo posto, c'erano situazioni da risolvere a livello contrattuale e per certi versi sarebbe potuto essere più logico non farlo".

Passiamo alla stagione: tra alti e bassi, ora sembrate aver sistemato le cose.

"Se guardo all'anno scorso, a questo punto avevamo 24 punti. Oggi ne abbiamo tre in più, quindi dico che un passo in avanti per ora l'abbiamo già fatto. E aggiungo che per fortuna non vedo una squadra ammazzacampionato com'era la Ternana nella scorsa stagione. Il presidente non lo ha mai nascosto: oltre a sognare, di solito fa di tutto perché i suoi sogni si realizzino. Oggi l'obiettivo è fare il salto di categoria: l'anno scorso ci siamo già andati abbastanza vicini, quest'anno ci siamo impegnati anche sul mercato, abbiamo una rosa lunga e ci aspettiamo che renda".


Finora non l'ha sempre fatto.

"I conti si fanno a fine campionato, è quello il momento di tirare le somme. L'anno scorso a questo punto del campionato avevamo lo stesso gap col Bari e l'abbiamo rosicchiato nel girone di ritorno, che è un altro campionato a tutti gli effetti. Questo lo sappiamo tutti, dal ds Di Somma al mister Braglia. Diciamo che nulla è impossibile. Certo, pretendiamo che si faccia di più, che i ragazzi facciano il possibile perché ci si possa identificare in questa squadra. Abbiamo affrontato tante difficoltà finora, soprattutto nella partita di Monterosi: ecco, lì non mi sono sentito rappresentato dai nostri calciatori. Per fortuna i ragazzi hanno capito cosa significa giocare nell'Avellino e c'è stato uno scatto d'orgoglio in seguito".

Complice qualche momento di tensione?

"Assolutamente sì. Il momento critico è stato proprio quella partita: io ero in trasferta, era una delle poche in cui mancava il presidente. È stata una vergogna totale, in dieci uomini perdere una gara del genere contro una squadra ambiziosa e di valore, ma pur sempre una neopromossa. È stato difficile, nella settimana post gara, affrontare la piazza. Mi sono ritrovato in autogrill, tornando da Monterosi, con la nostra curva: è stata la prima volta che ho provato vergogna di essere proprietario dell'Avellino. Diciamo che ci sono state un po' di frizioni, non potevamo essere contenti della squadra. Poi il bagno di umiltà ci ha fatto bene, del resto siamo blasonati ma di provincia: dobbiamo lottare su ogni campo. Qualcuno magari si aspettava che ci regalassero qualcosa: non è così. La società non fa mancare mai nulla, questo sì, ma bisogna esserne all'altezza e quella volta non c'erano scuse".

Era la mancanza di umiltà il problema?

"Io penso di sì. Si è visto in campo: alcune partite sono state buttate al vento perché ci è mancato quel quid necessario a vincerle. Non dico che non si sia voluto vincere, attenzione, ma che non ci abbiamo provato fino all'ultimo. E questa è una cosa che non ci possiamo permettere. Il presidente non si è mai tirato indietro, non ha mai dato alibi".

Si era parlato dell'esonero di Braglia.

"E invece non è arrivato, e in quel momento è stata una scelta impopolare ma giusta. Ci sono state diverse voci sul fatto che avessimo chiamato altri allenatori: in effetti, qualche sondaggio l'abbiamo fatto. Del resto non potevamo far passare la cosa in sordina, e comunque buona parte della piazza voleva un cambiamento. Noi abbiamo fatto le giuste valutazioni, con grande pragmatismo, e abbiamo scelto di andare avanti: direi che si è risolto tutto. Io conosco tanti tifosi di persona, so che quando qualcuno si arrabbia lo fa per amore. Lo stesso vale per quella contestazione".

Arriviamo al Bari: è una partita chiave.

"Sì, ma non penso sia l'unica. La prossima giornata sarà un crocevia importante, perché ci sono anche Catanzaro-Foggia e Palermo-Monopoli. Secondo me è una giornata che smuoverà tanto la classifica. Noi andiamo in campo dopo tutti, il lunedì sera: è una partita che affronteremo sapendo già i risultati di domenica, penso che a livello di tensione sia un fattore importante. Ma è qui che si vede la qualità della squadra. Dobbiamo sistemare una stagione partita in maniera altalenante: lunedì faremo di tutto per fare risultato, ci giochiamo il resto della stagione. Poi, per carità, c'è sempre tempo. Però è importante".

Vi aspettate una risposta massiccia dei tifosi?

"Certo, e vogliamo riportare lo stadio al massimo della capienza consentita. Per questo, abbiamo coinvolto i forum della provincia di Avellino cercando di agevolare l'ingresso dei giovani. Nel girone di ritorno siamo pronti a lanciare l'abbonamento: per il settore popolare, le partite costeranno poco più di cinque euro per gli under 18. Stiamo pensando di aumentare i biglietti ridotti fino agli under 16 o under 18. Vogliamo avvicinare l'Avellino alle generazioni più giovani, ci mancano i nostri tifosi e il green pass influisce solo in una percentuale minima. Avvicinare i ragazzi è una cosa importante per riaccendere la passione che è andata un po' scemando per le vicissitudini degli ultimi anni. Lo stadio Partenio con 2-3000 persone dentro è praticamente semivuoto e già veniamo da un anno a porte chiuse: è importante anche per i ragazzi sentire un po' il calore della città. L'appello è quello di venire allo stadio: noi stiamo facendo di tutto, anche anteponendo questo agli interessi economici. L'importante è avere lo stadio pieno. Per esempio, potevamo mettere Avellino-Bari come partita di cartello, come fanno altri club, invece non ne abbiamo approfittato".

Giovanni D'Agostino, amministratore unico dell'IDC che deteniere le quote dell'Avellino, nel corso dell'intervista rilasciata a TuttoC.com ha parlato della conferma in panchina di Piero Braglia. "E invece non è arrivato, e in quel momento è stata una scelta impopolare ma giusta. Ci sono state diverse voci sul fatto che avessimo chiamato altri allenatori: in effetti, qualche sondaggio l'abbiamo fatto. Del resto non potevamo far passare la cosa in sordina, e comunque buona parte della piazza voleva un cambiamento. Noi abbiamo fatto le giuste valutazioni, con grande pragmatismo, e abbiamo scelto di andare avanti: direi che si è risolto tutto. Io conosco tanti tifosi di persona, so che quando qualcuno si arrabbia lo fa per amore. Lo stesso vale per quella contestazione".


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