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| Titolo: Rep - Di Cesare: "Uniti possiamo farcela. Non è come l'anno scorso. Ritiro? No, sto bene" Mer Gen 06, 2021 9:15 am | |
| Intervista a Valerio Di Cesare sulle pagine di Repubblica. Il capitano, ha raccontato gli obiettivi della squadra: “Uniti possiamo farcela. Ma non è come lo scorso anno con la Reggina, perché il distacco era più ampio e noi non avevamo fatto tutti questi punti. L’impresa è alla nostra portata, ma bisogna sbagliare il meno possibile. Ecco perché è necessario che squadra e tifoseria siano una cosa sola".
Nessuna voglia di ritirarsi... "Ho in mente delle cose per le quali sto già studiando, ma sto così bene che ho ancora una grande voglia di giocare. Del resto, in giro ci sono calciatori anche più grandi di me che militano in categorie superiori. Io credo che la carta d’identità conti sino a un certo punto: se un veterano sta bene, giusto che giochi lui piuttosto che un ventenne che ha un basso rendimento. Avrei firmato per sentirmi così a 37 anni. Ora ho anche la maturità giusta per raggiungere gli obiettivi. Se penso a quante stupidate ho fatto da ragazzo… Spesso ho sbagliato le scelte. In un momento importante della mia carriera, mi voleva l’Atalanta di Percassi, ma io preferii andare al Torino: a fine campionato, noi restammo in B, loro promossi. Fortunatamente, l’anno successivo centrammo l’obiettivo. Più in generale, avevo una testa che non sempre mi aiutava: quando non giocavo, pensavo che chissà per quale motivo l’allenatore ce l’avesse con me e mi mettevo di traverso. Con il tempo ho capito che nessun tecnico sceglie per il male di se stesso e della sua squadra. La partita da incorniciare? Milan-Torino in serie A. Ventura mi fece marcare Balotelli e per novanta minuti non gli feci toccare palla. In pieno recupero, esco per un problema muscolare e chi segna? Balotelli, naturalmente. Quel giorno ho dato il meglio di me".
Su Antenucci... "Lui è un goleador superlativo, perché ha dei colpi davvero unici. Incredibile come uno come lui abbia giocato così poco in serie A, dove a mio avviso sarebbe potuto essere protagonista per quindici anni. Qualche volte in carriera l’ho anche marcato, cercando di non farlo mai girare verso la porta, perché in pochi come lui sanno inquadrarla così bene".
"Pandolfi? L’ho marcato una volta a Castrovillari, è un buon giocatore, ma ce ne sono altri nella Turris. Auteri? Uno che pretende molto e che ci fa lavorare tanto. Mi incuriosisce e mi stimola il suo gioco, perché per me è qualcosa di nuovo". Così Di Cesare nel corso dell'intervista di oggi a Repubblica.
Sul Covid... “Questa non è vita. Penso soprattutto agli anziani e ai bambini. Io ne ho due e patiscono in modo particolare tutte queste inevitabili limitazioni. Il pubblico? Un altro calcio, perché senza tifosi non è più una festa. Dal punto di vista tecnico, la cosa che balza all’occhio è che si segna di più, forse perché inconsciamente cala l’attenzione di chi difende. Non direi però che è un calcio falsato: alla fine vincono comunque i più forti".
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