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 Romizi: “Mi avevano cercato altre cordate. Ho il Bari nel cuore. Sostenetelo e non rompetegli troppo le scatole!”

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MessaggioTitolo: Romizi: “Mi avevano cercato altre cordate. Ho il Bari nel cuore. Sostenetelo e non rompetegli troppo le scatole!”   Romizi: “Mi avevano cercato altre cordate. Ho il Bari nel cuore. Sostenetelo e non rompetegli troppo le scatole!” EmptyVen Gen 18, 2019 1:22 pm


“Saluto tutta Bari e tutti i tifosi. Vi porto sempre nel cuore perché mi avete voluto bene nonostante alti e bassi. Vi vedo sempre presenti allo stadio e attaccati alla squadra anche in serie D. Sostenetela e non rompetegli tanto le scatole. In bocca al lupo e vi auguro di festeggiare più promozioni possibili. Magari un giorno le nostre strade si potrebbero rincontrare. Chissà”. Con questo affettuoso e simpatico saluto Marco Romizi, uno degli giocatori della storia recente più amati dalla tifoseria biancorossa, ha voluto concludere la lunga intervista concessa a ilBari.tv.

Centrocampista dalla tecnica non eccelsa, ma “re” della determinazione, della grinta e dell’agonismo, è stato uno dei pilastri del Bari che nel 2014 ha scritto la meravigliosa stagione fallimentare. In biancorosso 146 presenze e 4 gol tra il 2012 e il 2017. Dopo l’infelice anno a Vicenza, da questa stagione gioca nell’Albinoleffe, in Serie C.

Ma il Bari gli è rimasto nel cuore e spesso guarda le partite in TV: “Sì, essendo trasmesse da Dazn, le guardo spesso, anche se da alcuni campi in trasferte è davvero difficile riuscire a seguire le immagini. Mi fa sempre piacere vedere il Bari anche perché ci sono ex compagni e giocatori che ho incontrato da avversari”.

La scorsa estate ha tribolato anche lui per il fallimento della FC Bari 1908: “Fino all’ultimo non credevo che potesse accadere una cosa del genere. Non solo il dispiacere per la piazza, ma anche perché avevo una situazione economica ancora aperta. Un doppio dispiacere”.

Ma ora è convinto che il “suo” Bari sia in buone mani. “De Laurentiis? Non poteva andar meglio al Bari e lo dice uno che lì ha avuto tre presidenti in cinque anni e mezzo. Aggiungete che io ho visto anche Datò Noordin passare nello spogliatoio del Bari… Le cose assurde a Bari le ho vissute tutte io”.

Non solo calcio, è rimasto legato anche alla città: “Tantissimo. Ricordo quando sono arrivato, molto giovane, non senza timore. Poi mi sono calato perfettamente nella vostra realtà tanto da vivere per quasi tutto il periodo biancorosso vicino a Bari vecchia, vicino al Castello Svevo”.

Romizi ha le idee chiare, sia sul ricordo più bello sia su quello, o quelli, più brutti: “Sicuramente il più bello è legato alla famosa stagione fallimentare, non a una partita in particolare, ma a quando abbiamo iniziato, non so grazie a quale incastro magico, a riportare la gente allo stadio, fino a riempirlo. Sembravano quasi partite di Champions. Il momento più brutto, il fallimento con i libri in tribunale e i dubbi sul futuro. Ma anche la partita di Latina che spezzò il nostro sogno. Era un momento che poteva cambiare la storia. E nonostante tutto ricordo l’accoglienza al ritorno a Bari che fu incredibile. Noi ci guardavamo in faccia e ci chiedevamo: ma noi a Latina abbiamo perso i playoff? E invece la città ci stava vicina per quello che avevamo fatto provare”.

In tanti ancora oggi si chiedono: come sarebbe andata se dopo la stagione fallimentare ci si fosse limitati a un paio di innesti? Una riflessione capitata anche a Romizi. “Sì, ci ho pensato anche io. Ogni anno troppi cambiamenti, poca continuità nonostante in tanti sarebbero rimasti molto volentieri. Anche l’anno dopo la stagione fallimentare, quando arrivò Mangia noi “vecchi” eravamo stati messi molto in secondo piano. Volevano convincerci che avevamo fatto sì una cosa bella, ma che non era quello il modo di fare calcio”.

Tanti anni nel Bari e tanti allenatori. Ma con chi si è trovato meglio? “Noi dobbiamo tanto a Torrente, anche per quello che abbiamo fatto dopo di lui. E’ colui che ci ha dato un’impostazione di gioco, ci ha unito come gruppo e ci ha dato continuità. Restando in tema di allenatori, la cosa più simpatica è stato l’abbandono di Gautieri, fu davvero una cosa divertente. Ricordo ancora la faccia di Angelozzi che, tornati dal ritiro, venne nello spogliatoio e non sapeva come dircelo. Incredulo, rideva anche lui. Non era mai successa una cosa del genere”.

A distanza di tempo l’ex presidente del Bari Gianluca Paparesta ha ammesso di aver sbagliato ad esonerare Davide Nicola. Per Romizi “quella è una delle scelte più incredibili che mi siano capitate nel calcio. Quando la racconto, ancora nessuno ci crede. Eravamo a 35 punti al giro di boa, non so cosa si chiedeva esattamente a Nicola. E’ stato sicuramente il più grande errore di Paparesta. Si parlava di una squadra che non giocava bene e che non entusiasmava la folla ma si sa che nel calcio ciò che è importante sono i risultati. Non capivano neanche noi cosa avevamo sbagliato e come potevamo migliorare. Per poi comunque arrivare ai playoff e uscire in quella partita maledetta contro il Novara che ancora non ho digerito. Non doveva finire in quel modo”.

Ma Romizi quando ha capito che si era spezzato qualcosa nel suo rapporto col Bari? “Quando c’era Colantuono la società mi fece capire che potevo finire fuori rosa. Comunque completai la stagione ma in estate non mi volevano nemmeno convocare per il ritiro. Capì che il ciclo biancorosso si era esaurito. Capitò la possibilità di andare a Vicenza, ma si rivelò una scelta sbagliatissima nonostante l’arrivo di una nuova proprietà. Tant’è che da avere un contratto triennale, l’estate scorsa mi sono ritrovato svincolato”.

Allora (come oggi) si parlava tanto dell’eccessiva pressione dell’ambiente calcistico di Bari: realtà o montatura? Romizi la pensa così: “Avendo giocato in altre piazze oltre Bari riconosco che è un tifo esigente, un po’ troppo altalenante, ma col tempo si inizia a conoscere questa realtà. Il barese è così, devi imparare a conoscerlo e a capire il loro modo di ragionare. Io non ho mai avuto grossi problemi a gestire questo tipo di pressioni, però riconosco che chi viene da altre realtà può far fatica, soprattutto all’inizio”.

Nel Bari attuale ci sono tanti giocatori che pur potendo ambire ad altre categorie hanno accettato la sfida di ripartire dalla Serie D. “Penso che non sia stata una scelta semplice – commenta Romizi – soprattutto per chi ha fatto una gran carriera, qualcuno anche in A. Soltanto certe piazze possono farti orientare a scelte del genere. Giocare col Bari in C l’anno prossimo sarà davvero una sfida importante per molti degli attuali calciatori”.

L’ex centrocampista biancorosso rivela a ilBari.tv che l’estate scorsa lui e il Bari si sono sfiorati: “Per dire la verità, ero stato contattato da altre cordate che volevano rilevare il titolo sportivo del Bari. Io ho risposto: prima prendere la società e poi ne parliamo. Ho iniziato a pensarci, ma visto che negli ultimi anni le cose poco chiare mi sono sempre andate male ho rinviato le mie valutazioni solo ad eventuali cose fatte. Ma poi è andata diversamente e io sono andato da un’altra parte”.

Dopo tanti anni di sofferenza, anche per Romizi il Bari con i De Laurentiis ha finalmente imboccato la strada giusta: “Credo che sia la volta buona per il Bari. Una famiglia così importante, italiana, non prende una squadra per farla vivacchiare. Sono convinto che Bari tornerà dove merita”.


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