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| Titolo: GdS - Brienza: "Il domani? Collaboratore tecnico o procuratore. Sannino mi sfotte, come Conte nessuno" Mar Mar 20, 2018 8:21 am | |
| 39 anni ieri. Franco Brienza si racconta a La Gazzetta dello Sport: "Io e il mare, ho scelto di vivere a Palese, proprio perché mi basta sentire il rumore delle onde a Santo Spirito, per rilassarmi. Se non avessi fatto il calciatore, magari ora sarei a lavorare in uno de tanti alberghi sulla mia isola. E il domani? Poi si vedrà: collaboratore tecnico in uno staff, forse procuratore. Altrimenti, mi rilasserò al mare, facendo il pescatore: bolentino o traina, mai dalla terraferma".
Decisioni sono attese per il futuro... "Sta per arrivare, purtroppo, il momento della scelta. Certo, sarebbe bello festeggiare i 40 anni ancora da giocatore... In Serie A Bizzarri va per i 41 anni, mica uno scherzo. E tra pochi giorni anche Sorrentino e Pellissier toccheranno quota 39. Tra gli allenatori che ho avuto, a parte il grande rapporto con Guidolin, è soprattutto Sannino a sfottermi, telefonandomi ogni tanto per farmi avvertire il peso dell’età".
Un allenatore su tutti, però, ha catturato l'attenzione di Brienza... "Antonio Conte. Solo lui sa trasmettere la carica, la voglia di vincere che lo ha contraddistinto nella straordinaria carriera di giocatore. Nello spogliatoio del Siena, ripeteva spesso che “la fatica puzza” e poi sulla lavagna scrisse “la fatica è la nutrice del muscolo”. Un messaggio diretto per penetrare le nostre menti e per allenarci nella cultura del lavoro". Ex compagni sono diventati ora allenatori: "Corini, con me e Grosso nel Palermo, e ancor più Eusebio Di Francesco, con il quale ho giocato a Perugia, nella sua ultima stagione da calciatore. Ecco, mi sarebbe proprio piaciuto essere allenato da un tipo come Di Francesco".
"Ora sta tornando di moda il trequartista; invece, io sono nato nell’epoca sbagliata. Ho dovuto riciclarmi da esterno o da seconda punta, visto che tra i 9 e mezzo e i 10, eccellevano solo campioni come Roberto Baggio e Del Piero". Franco Brienza riavvolge il nastro della sua lunga carriera. A La Gazzetta dello Sport parla dei suoi colleghi: "I miei compagni più forti? Toni e Amauri nel Palermo, però ho giocato con un attaccante come Nicola Amoruso, nella Reggina: aveva numeri e qualità eccezionali. Vivo alla giornata e spero che il ginocchio sinistro ballerino mi conceda ancora un po’ di felicità. Il contratto in scadenza con il Bari? Penso solo a regalare altre gioie alla società, ai compagni e ai tifosi biancorossi. Poi, al momento opportuno, valuteremo".
Un pensiero lo rivolge proprio ad un recente ritiro dal calcio giocato... "Francesco Totti meritava di continuare a giocare. Ma qualcuno non ha voluto…".
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