Cacia resta l'uomo giusto per l'attaccoPaparesta è disposto ad un sacrificio pur di regalare una ciliegina a NicolaBARI. Idee chiare, prima di tutto. E scelte
coerenti con il progetto tecnico. Ecco le priorità
in casa Bari all'alba di un mercato che dovrà
restituire alla città una squadra in grado di
ritrovare coraggio e ambizione. C'è un uomo,
Davide Nicola, che indica la strada e una so-
cietà che prova a supportarne il credo calci-
stico. Servono calciatori funzionali, oltre che
naturalmente bravi e, soprattutto motivati.
Non sorprende il fatto che, ancora una volta,
sia la questione attaccante a stuzzicare mag-
giormente la tifoseria. Ecco, questa è una scelta
che non si deve fallire. L'uomo-gol, il leader
offensivo, la punta che costituisca il valore in
più. Vada per l'ingaggio di Caturano, perché
sono anche queste scelte potenzialmente vir-
tuose. Ma a Nicola non può bastare. Lui chiede
un <<animale>> di categoria. E in cima alla lista
campeggia, a caratteri cubitali, il nome di Da-
niele Cacia. Uno che ha già dimostrato di poter
fare la differenza in B, non solo per la buona
capacità realizzativa. Cacia ha uno stipendio
alto (600 mila euro) ma Paparesta è disposto a
qualche sacrificio pur di regalare al tecnico un
paio di ciliegine in grado di alzare sensibil-
mente il livello qualitativo della squadra. D'al-
tronde il presidente ci ha già provato l'anno
scorso quando si è accollato l'onere di alcuni
stipendi da serie A (De Luca, Contini, Steva-
novic, Ebagua, Stoian).
In questi giorni è una continua caccia al
nome giusto. Oltre a Cacia si parla anche di
Granoche. E poi Calapai e Signori, altri due tipi
che sarebbero graditi a Nicola. Di Cesare non è
una novità. A gennaio fu a un passo dal vestire il
biancorosso. Un feeling mai passato di moda.
Antonello Raimondo
La Gazzetta del Mezzogiorno