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| Titolo: 30/05/16 - BL24 - Bari, il valore aggiunto mancato: Nicola&Camplone duo-flop Lun Mag 30, 2016 2:23 pm | |
| Entrambi non verranno rimpianti dal pubblico del San Nicola Il Bari è arrivato quinto in campionato ed è stato subito eliminato ai play-off dal Novara. La classifica fotografa il valore del progetto sportivo del club, inadeguato sia per il salto diretto in A che per ben figurare nello sprint delle finali promozione. L’apporto dei due tecnici è stato irrilevante nel computo finale.
Davide Nicola voto 5.5
Il tecnico piemontese non ha mai mostrato a Bari di possedere schemi e formule per proporre un calcio offensivo. Ha forse peccato di realismo, schierando una formazione nella quale il regista diventava di fatto il terzo centrale, con l’effetto di impoverire la manovra offensiva, irrobustendo una linea difensiva traballante e incerta. Le scelte di fine mercato, ad agosto, hanno rivoluzionato i piani tattici di Nicola, che avendo in organico Sansone, Rosina e De Luca – tutti inadatti al 4-3-3 – avrebbe potuto cambiare registro e paradigma.
L’esonero è stato anche determinato dai rarefatti rapporti con la dirigenza e da un rallentamento delle prestazioni a dicembre. L’allenatore si auto-assolve, ma di sicuro al San Nicola non verrà ricordato come un profeta del calcio-spettacolo. L’essere stato algido con i media ha completato il quadro di un percorso insufficiente.
Andrea Camplone voto 5
Subentrato in corsa, ha scosso l’ambiente e lo spogliatoio con proclami altisonanti. “Serie A diretta”. Roba da ultime parole famose. Ha reso più offensivo il gioco del Bari, ma non ha risolto gli equivoci tattici, rilanciando la soluzione grottesca di Donkor terzino, oltre a una girandola di esperimenti in regia (Valiani, Romizi, Donati…). Si è detto soddisfatto del mercato di gennaio, ma Minala, Jakimovski e Cissokho vanno annoverati nel solco dei futuri protagonisti di “Chi l’ha visto?”.
Nelle battute finali della stagione – con Cagliari e Trapani – e nella sfida play-off con il Novara ha peccato di tracotanza. Consapevole di avere la squadra in fase declinante, avrebbe dovuto schierare un undici più prudente. Con qualche pareggio in più, il morale del gruppo non sarebbe stato ridotto ai minimi termini. Ha cercato di spiegare con molta chiarezza la ratio delle sue scelte, comprese molto meglio dai media che non dallo spogliatoio (nel quale i rapporti sono stati tratti conflittuali, soprattutto con la vecchia guardia). Il suo soggiorno in Puglia, dopo sei mesi in chiaroscuro, è al capolinea.
Di Michele De Feudis
Borderline24.com
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