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| Titolo: 24/05/16 - GdM - Il Bari, la nuova inchiesta e il «bidone» della Suissegas Mar Mag 24, 2016 8:29 am | |
| Giovedì la polizia tributaria ha fatto visita al Bari. Torna sul caso La Gazzetta del Mezzogiorno che spiega i motivi della preoccupazione dei finanzieri. Detto che Paparesta non è indagato, sotto esame c'è l'accertamento della sussistenza della continuità aziendale alla luce delle perdite registrate nell'ultimo periodo. Ben 2.5 milioni di passivo si sono registrati soltanto nell'arco temporale che, partito il 30 giugno 2015, si è concluso il 31 dicembre 2015.
Il buco, spiega il quotidiano riportando la relazione al bilancio, è derivato soprattutto dai mancati soldi di SuisseGas, ovvero il vecchio sponsor di maglia da cui il Bari contava di ricavare un milione e mezzo. Di questi, alla luce del concordato preventivo in cui è finita l'azienda, la società biancorossa incasserà - se va bene - soltanto 150mila euro. Un incupimento di ricavi notevole e che ha prodotto l'affanno.
Il Bari, che nel precedente esercizio chiuso al 30 giugno, aveva inserito i ricavi da SuisseGas fra i crediti, non incorrendo dunque negli obblighi di ricapitalizzazione previsti dalla legge, ha dovuto invece ora convocare l'assemblea straordinaria, oggetto di nota discordia con Giancaspro.
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Bisedo
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| Titolo: Re: 24/05/16 - GdM - Il Bari, la nuova inchiesta e il «bidone» della Suissegas Mar Mag 24, 2016 9:57 am | |
| Il Bari, la nuova inchiesta e il «bidone» della Suissegas
Nel bilancio della società ci sono perdite che hanno azzerato il patrimonio. Al lavoro il pm Dentamaro: nessuna ipotesi di reato per ora
Nei bilanci del nuovo club biancorosso targato Paparesta ci sono perdite che hanno reso negativo il patrimonio. La Procura di Bari ha aperto un fascicolo a «modello 45» (senza ipotesi di reato) su modalità e tempi della ricapitalizzazione della società. Il pm Giuseppe Dentamaro, che coordina le indagini delegate alla Guardia di Finanza, è partito proprio da qui. I finanzieri del nucleo di polizia tributaria del Comando provinciale di Bari giovedì scorso si sono presentati nella sede del club biancorosso per acquisire le delibere sugli ultimi avvenimenti societari, appunto quelli che ruotano intorno alla prevista ricapitalizzazione: la copertura delle perdite che il Bari ha riportato nel primo bilancio civilistico (che per le società di calcio si chiude il 30 giugno), e che si sono ulteriormente aggravate nel bilancio chiuso al 31 dicembre scorso ed inviato alla Covisoc. Giovedì - come la «Gazzetta» ha raccontato ieri - i finanzieri hanno anche ascoltato il presidente Gianluca Paparesta, che non è indagato: il fascicolo di indagine ha soltanto scopo conoscitivo e mira ad accertare la sussistenza della continuità aziendale. L’iniziativa della Procura non sembrerebbe peraltro collegata alla lite tra Paparesta ed il socio di minoranza Cosimo Giancaspro, che la scorsa settimana ha sbattuto la porta dimettendosi da consigliere del club proprio a fronte del mancato avvio della ricapitalizzazione. Il fascicolo di indagine, infatti, è stato aperto prima della scorsa settimana. Ma le risposte alle tante domande di questi giorni si trovano nel bilancio chiuso al 31 dicembre 2015. A fronte di un capitale sociale di 2 milioni, il bilancio espone perdite per 3.120.097 euro, che sommate agli 1.452.246 euro di perdite registrate nel precedente bilancio e riportate a nuovo portano appunto la società ad avere un patrimonio netto negativo per 2.572.342 euro. Già al 30 giugno 2015, come si ricorderà, le perdite avevano comportato la riduzione del capitale sociale a poco più di 500mila euro. Al 31 dicembre scorso, dunque, la Fc Bari si trovava nelle condizioni previste dall’articolo 2447 del codice civile, che in presenza di perdite superiori a un terzo del capitale impone appunto la ricapitalizzazione immediata. A cosa è dovuta l’ulteriore perdita di 2,5 milioni registrata in appena 6 mesi, dal 30 giugno al 31 dicembre scorso? Secondo la relazione al bilancio, la responsabilità maggiore va addebitata soprattutto al «buco» di Suissegas, lo sponsor di maglia con cui nello scorso campionato il Bari aveva firmato un contratto da 1.500.000 euro. Sono soldi che il club biancorosso non ha mai incassato perché la società è finita in concordato preventivo, anche se nel bilancio chiuso al 30 giugno scorso quel milione e mezzo era iscritto tra i crediti e dunque contribuì a non far scattare già da allora l’obbligo previsto dall’articolo 2447. «La società debitrice - riconosce infatti la relazione al bilancio del Bari - aveva presentato domanda “prenotativa” di concordato preventivo presso il Tribunale di Milano già nell’aprile 2015». Nel piano di concordato della Suissegas è previsto il pagamento dei debiti non privilegiati al 10%: dunque il Bari un giorno incasserà, se va bene, 150mila euro, e ha dovuto iscrivere 1.350.000 euro come perdite su crediti. Nel bilancio al 31 dicembre 2015, il Bari espone ricavi netti per 6,7 milioni ma la somma tra costi e ammortamenti porta a un margine operativo ampiamente negativo. Di qui la necessità di convocare l’assemblea straordinaria per i 3 giugno. Una corsa contro il tempo per assicurare la continuità aziendale.
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