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| Titolo: 23/03/16 - Granatissimi - Cannella: "La differenza tra Coda e Maniero?" Mer Mar 23, 2016 2:47 pm | |
| “Sapete qual è la differenza tra Coda e Maniero? L’abitudine alla categoria e la squadra che hanno intorno. Sono quasi gemelli, molto simili per caratteristiche, anzi forse Coda con qualcosina in più, perché è più di movimento. Però…”. A parlare è Giuseppe Cannella, ex ds della Salernitana che in un’intervista realizzata dai colleghi del quotidiano “La Città” ha parlato della prossima sfida con il Bari, soffermandosi sul duello a distanza tra i due bomber, ed in particolare su Coda: “Deve farsi le ossa in B, dopo il salto dalla Lega Pro alla A passando per il campionato di punta in Slovenia. Maniero, invece, ha già maturato esperienza di categoria e quindi fiuta le difficoltà, sa in quale ambiente va a giocare e conosce i difensori che lo andranno a marcare di volta in volta. È un aspetto importante, talvolta decisivo: Maniero conosce l’odore della paura e il sapore della vittoria, sa che a Vercelli, ad esempio, ti sembra di non giocare o di farlo in un acquario e invece l’avversario c’è ed è pure in grado di punirti con tre, quattro gol di scarto alla fine del primo tempo. Questa è la serie B e bisogna conoscerla per diventare cattivi in area”.
Eppure in estate Maniero è stato ad un passo dai granata. C’è da avere qualche rimpianto? “No, sul singolo giocatore non ne avrei. Non credo che se avessimo tolto Coda in estate e avessimo messo solo Maniero, dunque attaccante per attaccante, la Salernitana di questi tempi avrebbe avuto più punti. La differenza è un’altra: la squadra di Maniero – non Maniero da solo – lotta per i playoff e la squadra di Coda per i playout. I compagni di Maniero, cioè Rosina, Defendi, Valiani e De Luca, nelle ultime quattro stagioni hanno fatto i playoff e quelli di Coda sono Donnarumma, Oikonomidis e Tounkara, più i bravi Nalini e Gatto. Il Bari, tranne Defendi, ha tutti uomini molto tecnici, spesso imprevedibili, bravi nell’uno contro uno. La Salernitana quando attacca è scolastica: sai già dove va il pallone. Inoltre tanti compagni di squadra di Coda, confermati ad inizio anno, avevano lottato per non retrocedere in B. La differenza l’ha fatta non la scelta del terminale offensivo ma la costruzione complessiva della squadra e su questo bisogna riflettere ed interrogarsi”.
Quindi Menichini dovrebbe puntare sul 4-3-3 dell’esonerato Torrente? “È subentrato. L’aggettivo già dice tutto: è entrato, non può avere un modulo tipo perché deve adattarsi alle caratteristiche di chi si ritrova ad allenare e neppure potrà varare a cuor leggero il tridente che Torrente probabilmente avrebbe utilizzato nella sfida al Bari. Menichini ora ha Nalini che a me in C piaceva molto. Poi si è fatto male. Non ha dimenticato come si gioca e come si crossa, ma è un discorso atletico, di condizione, di tenuta nel lungo periodo. Pure per Nalini vale la vecchia regola: ad un giorno di inattività agonistica corrispondono tre di recupero. Lui non giocava da un anno e quindi va gestito”.
Sugli spalti si rinnoverà uno storico gemellaggio, ma in campo nessuno tirerà indietro la gamba: “Le tifoserie sono storicamente gemellate, ma solo loro: il Bari è in piena volata playoff e la Salernitana è con l’acqua alla gola, non deve steccare. Gara ‘brutta’ e delicatissima per entrambe: il Bari aveva un punto debole – la continuità fuori – ma è riuscita a ribaltare una partita incredibile col Novara e ora ha preso forza, convinzione. Nel frattempo la Salernitana che pareva nel baratro dopo la sconfitta casalinga col Lanciano è riuscita a fare la voce grossa a Perugia, ha rimontato e ha sfiorato il colpaccio. Ora ha il sangue agli occhi e deve vincere per confermare il trend positivo. La sorte l’aspetta – sono tutte in frenata e vedete cos’è capitato al Vicenza – ma in casa adesso i granata non possono fallire come hanno fatto nella gara contro il Lanciano, altrimenti subentra la depressione”.
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