23/06/15 - R. Paparesta: "Bilancio positivo. Gianluca? Lo incoraggio. Nessun proclamo ma vorrei che il Bari realizzasse il sogno della città"

Tra Romeo e Gianluca Paparesta è ovvio che ci sia un rapporto speciale. Oltre all'imponente parentela, per lunghi anni hanno condiviso lo stesso mestiere, ovvero quello di arbitro: "Quando l'ho portato le prime volte con me al vecchio stadio Della Vittoria, Gianluca aveva 12 anni. Per due anni ha fatto il raccattapalle, ai tempi degli straordinari ragazzi di Catuzzi. Quando l'ho visto arbitrare per la prima volta ho capito che avrebbe potuto ripercorrere le mie orme. Aveva sedici anni e già un comportamento autoritario. Non l'ho mai pressato. Sapevo che per lui sarebbe stato più difficile per via del nome" - ha dichiarato Romeo Paparesta in un'intervista rilasciata a La Gazzetta dello Sport.

Entrambi hanno esordito nello stesso stadio e dal 20 maggio 2014 gestiscono la Fc Bari 1908, nata sulle ceneri del fallimento della gestione Matarrese, durata oltre trentacinque anni.

Dopo l'amarcord, il vice presidente ha ricordato i giorni roventi di oltre un anno fa e successivamente ha tracciato un primo bilancio della sua esperienza in società: "Quando ho percepito che Gianluca aveva voglia di fare qualcosa per il Bari, l'ho incoraggiato. Ho seguito l'asta in televisione, ero molto preso. A cose fatte sono andato in tribunale ad abbracciare mio figlio. Sapevo che da quel momento i problemi sarebbero aumentati (sorride, ndr). Sono socio della FcBari1908 ma il sacrificio economico non è paragonabile alla soddisfazione di costruire qualcosa di importante per Bari".

A proposito del settore giovanile, ha dichiarato: "Il bilancio è positivo, pur essendo partiti da zero, sia per la formazione dei ragazzi che per il discorso tecnico. Ho fiducia che il lavoro possa pagare. E' difficile dire che emergeranno presto altri Scalera, Castrovilli o Minicucci. Ma alcuni allievi sono stati già inseriti nella squadra Primavera".

Infine, non manca un desiderio per l'avvenire: "Vorrei che il Bari realizzasse il sogno della città. Con grande umiltà e senza fare proclami. Un consiglio a mio figlio? Che resti sereno e faccia quel che desidera".