17//11/15 - Maniero, gol e dedica alla mamma. Lei: "Stupendo"

Ha spezzato un lungo digiuno contro la Salernitana. Poi, da attaccante di razza, Riccardo Maniero è tornato a segnare immediatamente dopo a Cesena.

L'attaccante napoletano, al quarto sigillo in stagione, subito dopo la rete al Manuzzi è corso verso la telecamera di Sky per dedicare alla mamma il prezioso gol. Il Corriere del Mezzogiorno ha ascoltato le parole della mamma Daniela, ancora emozionata anche a giorni di distanza, per la speciale dedica del figlio: «Mi devo ancora riprendere. È stata una manifestazione di bene spontanea, credo. Non mi era stata promessa, e appena l’ho sentita, sono stata non felice, ma di più. Quando gioca Riccardo, siamo soliti guardare la partita in tanti. Mentre tutti esultavano, io ero di stucco. Mi sono chiesta se stessi sognando. Voltandomi, ho visto mio marito con le lacrime agli occhi».

Sul figlio, poi, ha aggiunto: «È un ragazzo umile, buono d’animo e merita queste soddisfazioni. Sin da piccolo, pensava prima agli altri, poi a se stesso. Peraltro basta vederlo giocare, come lotta per la squadra. Anche quando non segna».

Chiosa finale riservata alle loro strade separate sin da subito e alle ultime visite a Bari: «Quando se ne è andato aveva 15 anni. Andava a Torino, in una città diversa da Napoli. All’inizio la lontananza è stata una sofferenza. Ma le soddisfazioni, per chi ama il suo lavoro, arrivano sempre. Se vengo spesso a Bari? Sì, ma ancora non siamo riusciti a visitare la città come vorremmo. Mi piacerebbe vedere il lungomare. Mi hanno detto che è bellissimo».




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Un digiuno durato tanto. Troppo per chi è cresciuto a pane e gol. Riccardo Maniero, dopo la doppietta realizzata con lo Spezia, è tornato prima a gonfiare la rete contro la Salernitana, nella squadra a cui sembrava vicinissimo in estate. Poi domenica ha fatto il bis con il Cesena in una partita che ha portato il Bari al secondo posto. Ha segnato di testa, è stato inafferrabile. Ha colpito legni e servito assist. Ha sovrastato i difensori avversari con il fisico e di tecnica, in progressione o sui calci da fermo. E pure nell’esultanza ha fatto la differenza, con quella dedica alla mamma lanciata con lo sguardo dritto verso la telecamera. Quasi per farglielo sentire da vicino. Un «ti voglio bene» che ha fatto sciogliere la signora Daniela, appunto mamma di Riccardo. E lei, a distanza di un giorno, è ancora emozionata. Al settimo cielo.
Signora Daniela, era una dedica prevista o è stata una sorpresa anche per lei?
«Mi devo ancora riprendere. È stata una manifestazione di bene spontanea, credo. Non mi era stata promessa, e appena l’ho sentita, sono stata non felice, ma di più. Quando gioca Riccardo, siamo soliti guardare la partita in tanti. Mentre tutti esultavano, io ero di stucco. Mi sono chiesta se stessi sognando. Voltandomi, ho visto mio marito con le lacrime agli occhi».
Non le era mai successo, quindi?
«No, mai. Dopo il gol realizzato con la Salernitana, peraltro, in riferimento all’inchino, gli chiesi se quelle esultanze fossero preparate o venissero spontanee. Una settimana dopo me ne ha dedicata una. È bellissimo».
Con le sue reti, ma anche con l’atteggiamento in campo, Riccardo sta conquistando una città intera.
«È un ragazzo umile, buono d’animo e merita queste soddisfazioni. Sin da piccolo, pensava prima agli altri, poi a se stesso. Peraltro basta vederlo giocare, come lotta per la squadra. Anche quando non segna».
Sa con quanta partecipazione è stato vissuto il suo arrivo dai tifosi?
«Sono stata in continuo contatto con loro. Tutti mi chiedevano se Riccardo avrebbe vestito la maglia biancorossa. Noi rispondevamo con cortesia perché siamo fatti così. Dicevamo che ancora non si sapeva nulla. Ho la bacheca piena di messaggi. Per noi sono un onore queste attenzioni. Io amo chi ama mio figlio».
Come nasce l’amore per il calcio di Maniero?
«I miei figli sono cresciuti sui campi di calcio. Mio marito Enrico era calciatore. Era centrocampista, ai tempi si chiamava mediano di spinta. Ha giocato nel Napoli di Krol. Per cinque stagioni è stato anche nel Cosenza, dove fu allenato da Gianni Di Marzio».
Non deve essere stato facile per una mamma lasciare andare via suo figlio così piccolo.
«Aveva 15 anni. Andava a Torino, in una città diversa da Napoli. All’inizio la lontananza è stata una sofferenza. Ma le soddisfazioni, per chi ama il suo lavoro, arrivano sempre».
Viene spesso a Bari?
Sì, ma ancora non siamo riusciti a visitare la città come vorremmo. Mi piacerebbe vedere il lungomare. Mi hanno detto che è bellissimo».
Dopo la dedica di suo figlio, cosa vuole rispondergli?
«Io sono una madre e come tutte le madri amo i figli. Vivo per lui e lui lo sa».





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