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Dopo un inizio complicato, il Bari di Pasquale Marino sembra aver finalmente trovato la chiave di volta. Grazie ai 7 punti raccolti nelle ultime 3 partite, i biancorossi possono rilanciare le proprie ambizioni. Del momento dei galletti e della questione legata alla multiproprietà abbiamo parlato con il noto giornalista Xavier Jacobelli, intervenuto in esclusiva ai microfoni di TuttoBari.com.
Sul momento del Bari: “Premessa fondamentale e doverosa: il campionato di Serie B è un campionato di lunga durata, di resilienza assoluta. È chiaro che una squadra come il Bari, che nella scorsa stagione è arrivata ad un passo dalla Serie A, è attualmente al di sotto delle aspettative della vigilia. Ma – c’è un avversativo grande come una casa – il campionato non può decidersi nel suo primo terzo di cammino. Io credo che il Bari abbia gli uomini, l’allenatore e il gioco adatti a recuperare terreno rispetto alle concorrenti nella corsa alla Serie A”.
A proposito del cambio di allenatore, questo il giudizio di Jacobelli sulla scelta della dirigenza biancorossa: “Intanto bisogna riconoscere la grandezza del lavoro di Mignani. È l’allenatore che è arrivato ad un passo dalla promozione in Serie A. Può essere che il contraccolpo psicologico, derivato dal vedere sfumare il salto di categoria all’ultimo respiro, non sia stato assorbito. Tuttavia, io credo che si dovesse insistere con Mignani, a meno che ci siano delle ulteriori motivazioni che noi non conosciamo”.
Tuttavia, la scelta di Marino è una certezza per Jacobelli: “Pasquale Marino è una garanzia. È un allenatore per il quale parla la sua carriera. Parliamo di un signore di 61 anni che ha allenato squadre come il Foggia, il Catania, l’Udinese e tante altre. È un grande esperto della Serie B e sa come gestire gli uomini. Bisogna dargli tempo il tempo necessario per trasmettere le sue idee di calcio, ma non ho dubbi che sarà all’altezza della situazione”.
Xavier Jacobelli è stato a lungo direttore di Tuttosport, quotidiano da sempre attento alle questioni dei club torinesi. A questo proposito, ecco il suo parere su un calciatore che ha debuttato in Serie A con la Juventus, squadra che ne detiene ancora il cartellino, Gianluca Frabotta: “Intanto parliamo di un ragazzo ancora giovane, avendo 24 anni. Si era affacciato in prima squadra nell’annata 2020-21, facendo molto bene e collezionando anche 16 presenze. Poi sono iniziati i prestiti a Verona, a Lecce e a Frosinone. È stato molto condizionato dagli infortuni e ha pagato il suo conto con la sfortuna. A Frosinone ha dato segnali di rilancio; tanto è vero che la Juventus ha deciso di cederlo in prestito al Bari e non a titolo definitivo, dimostrazione del fatto che la società bianconera vuole verificare un recupero completo del giocatore. Un giudizio potrà essere dato solo al termine di questa stagione che è molto importante per la sua carriera”.
Sulla questione multiproprietà, Jacobelli ha le idee molto chiare: “Intanto c’è tempo fino al 2027 per verificare l’evolversi della situazione. Ci sono in ambito internazionale numerosi esempi di multiproprietà, si pensi al City Football Group che è una holding calcistica che parte dal Manchester City e arriva fino a Palermo. Naturalmente non è possibile essere al controllo di due club che militano nello stesso campionato. In ogni caso, in questo momento al Bari interessa una sola cosa: ritornare in Serie A. Ed è una cosa augurabile al Bari vista la sua storica tradizione, il suo lignaggio e per il traguardo sfiorato all’ultimo respiro nella passata stagione. Lo merita lo spettacolo offerto dalla piazza sia in occasione dei play-off, sia in occasione della partita della Nazionale contro Malta. Dopodiché nessuno di noi sa cosa accadrà”.
Infine, un messaggio alla piazza: “Ciò che mi ha insegnato il calcio in tanti anni è che i bilanci si fanno alla fine. La cosa più importante è restare accanto alla squadra e consentire a Pasquale Marino di fare il suo lavoro, avendo iniziato anche molto bene. È ovvio che sulla base dei risultati ottenuti faremo i bilanci. Il Bari ha una grande fortuna: la sua tifoseria, che nella buona e nella cattiva sorte è sempre stata accanto alla squadra. Poi i conti si fanno alla fine”.
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