09/ 11/15 - A lezione di cinismo da Nicola. Poco ritmo ma alla prima occasione...

I minuti trascorrono senza sussulti, il pubblico sulle gradinate si annoia. La palla gira per il centrocampo senza trovare sbocchi, ne da una parte ne dall'altra. Qualcuno comincia a sbadigliare, qualcun'altro comincia a spazientirsi, a mugugnare, a fischiare. Poi all'improvviso un lampo, un'intuizione, una giocata che permette di sbloccare il risultato alla prima vera occasione a disposizione. Poco importi che si tratti del colpo di genio di un giocatore in maglia biancorossa o dell'errore di un avversario. La palla finisce in rete, e la partita cambia. Uno scenario che, col passare delle settimane, sta diventando sempre più familiare per i tifosi del Bari. La squadra di Davide Nicola ha infatti mostrato in queste dodici giornate di campionato un cinismo e una capacità di colpire l'avversario quando meno se lo aspetta fuori dal comune.

RIVOLUZIONE - Lontani, lontanissimi sono i tempi del Bari di Antonio Conte. Una squadra che aveva ben altro ritmo rispetto a quella attuale. I biancorossi stravinsero il campionato 2008/09 con un gioco spumeggiante, basato su una manovra avvolgente e aggressiva. Un Bari tambureggiante che faceva del pressing a tutto campo e della rapidità dei suoi esterni (Kamatà, Guberti, Rivas e Lanzafame) l'arma vincente. L'anno successivo, con Giampiero Ventura, quel sistema conobbe un'ulteriore evoluzione. Il possesso palla divenne più ragionato con la manovra che partiva addirittura dalla difesa (impostata da Bonucci e/o Ranocchia) ma la velocità d'esecuzione rimase invariata se non ancor più veloce (con l'innesto di Alvarez). Non c'è dubbio che dal punto di vista estetico, oltre che dei risultati, in quel biennio il Bari propose il calcio più bello della Penisola. Ed anche la giovane, giovanissima squadra di Vincenzo Torrente (specie nel secondo anno) fece un'ottima impressione. Il 4-3-3 dell'attuale allenatore della Salernitana, uscito sconfitto dallo scontro diretto di venerdì scorso, era piacevole a vedersi. Peccato che a quei tempi il San Nicola era semideserto e c'era una pesante penalizzione da scontare per le note vicende societarie. Ma l'estetica, come ha ricordato Nicola qualche giorno fa in sala stampa, non sempre porta punti. E il tecnico piemontese ha dimostrato ampiamente nel corso della sua carriera di privilegiare altri aspetti rispetto al bel gioco. I puristi del calcio storceranno un pò il naso ma un vecchio detto dice che chi vince ha sempre ragione. E su dodici gare di campionato il Bari ne ha vinte sei, pareggiate quattro e perse due. Una percentuale di vittorie pari al 50%.

CARATTERISTICHE - Una scelta dettata probabilmente non solo dalle idee tattiche del mister ma anche dalle caratteristiche della rosa a disposizione. Fatta eccezione per pochi elementi questa è una squadra che, vista anche l'età media, corre meno rispetto ad altre. Ecco dunque che diviene imperativo gestire le energie nel corso dei novanta minuti. Il Bari tende cioè a giocare al piccolo trotto cercando di capire, vista l'indubbia esperienza nonché il superiore tasso tecnico di diversi suoi interpreti, quando è il caso di attaccare e quando è il caso di rifiatare arretrando il baricentro, mantenendo corti i reparti. Ci è riuscito quasi sempre, rimontando più volte situazioni di svantaggio (anche nei minuti finali, ndr), tranne che con Crotone e Ternana. In Calabria i biancorossi hanno sofferto la verve dei ragazzi terribili di Juric e hanno pagato una disposizione tattica apparsa poco efficace. A Terni, dopo una ventina minuti in cui non era successo nulla, la squadra si è invece "squagliata" dopo il gol dell'1-0 non riuscendo più a rientrare in partita.

LAVORO - E' chiaro che c'è ancora tanto da fare. Il volto tirato di Nicola dopo il sofferto 2-1 con la Salernitana, così come le sue dichiarazioni nel dopogara, sono il segnale che ci sono degli aspetti per i quali il tecnico non è ancora soddisfatto. In primis la gestione del possesso palla e di una manovra apparsa poco fluida, soprattutto quando si affrontano avversari rintanati nella loro area come con Virtus Entella (una prestazione che fu accolta dal pubblico del San Nicola con una bordata di fischi) e Novara. Ma la classifica, così come anche i risultati delle dirette concorrenti nell'ultimo turno, sorridono ai pugliesi che adesso hanno sei giorni di tempo per riflettere sugli errori e preparare al meglio l'appuntamento con una diretta concorrente come il Cesena.




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