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| Titolo: Luigi De Laurentiis: "Facciamo un Play to Survive sul calcio italiano" Ven Mag 20, 2022 6:47 pm | |
| Luigi De Laurentiis, presidente del Bari, ospite del forum "Il Calcio che l'Italia si merita", organizzato dal Corriere dello Sport, ha parlato delle possibili innovazioni a livello di media: "Il calcio è intrattenimento, partiamo da qui. I giovani guardano le partite come un terzo schermo, completamente interrotti dallo spettacolo in ciò che fanno. Il problema non è la qualità del prodotto, dove si può solo migliorare, ma la raggiungibilità: troppe persone non sanno come vedere la partita del Sassuolo o del Palermo. Questo è il problema: oggi con Spotify un ragazzo siciliano può ascoltare un cantante siciliano a New York. Questo oggi nel calcio non è possibile. Se si potesse creare un nostro canale, per poterlo vendere nel mondo, sarebbe importante. Drive to survive, su Netflix, consente di appassionarsi alla Formula 1 e alle singole squadre. Un play to survive consentirebbe a tutti i tifosi di appassionarsi e legarsi ad altre realtà".
Suo padre fu uno dei promotori, poi abbandonò il progetto. "Il problema è che qui ci sono venti, o sessanta, o cento personalismi difficili da gestire. Magari è utopia, ma va trovata quella piattaforma: se Dazn venisse comprata da un global che distribuisce il prodotto live ovunque, ci potremmo trasferire lì".
Luigi De Laurentiis, presidente del Bari, ospite del forum "Il Calcio che l'Italia si merita", organizzato dal Corriere dello Sport, ha parlato del futuro dello sport più seguito dagli italiani "Le innovazioni sono una priorità, sono d'accordo sul fatto che sia un problema culturale. Bisogna imparare a copiare, se all'estero ci sono dei benchmark importanti, sfruttando la nostra cultura. La mia priorità è imparare a comunicare con i giovani, raccontare cosa è il calcio oggi ai giovani. La comunicazione sta cambiando molto rapidamente, oggi una generazione dura cinque anni. Secondo me è anche responsabilità dei media: va trovato il linguaggio per parlare alle nuove generazioni, altrimenti rischiamo di perderle".
TMW | |
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