Bari Grande Amore
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| Titolo: GdM - L'avvocato Grassani: «I De Laurentiis pronti a tutto per il Bari» Gio Apr 07, 2022 1:00 pm | |
| La serie B appena conquistata apre una porta sul futuro. Il Bari balza agli onori delle cronache non solo per la sua impresa, ma anche per essere ormai ad una sola categoria dalla A, dove milita il Napoli, l’altra squadra di proprietà della Filmauro. Così come fa riflettere quel termine per la dismissione delle multiproprietà all’estate del 2024. Una data che potrebbe chiamare, a prescindere dalla categoria di militanza dei due club, la famiglia De Laurentiis ad una scelta definitiva. Insieme alla gioia, non mancano nella città del pallone legittimi motivi di preoccupazione sulle prospettive del club. L’avvocato Mattia Grassani, massimo esperto italiano di diritto sportivo, nonché «storico» legale di fiducia dei De Laurentiis chiarisce, però, ogni punto. Spiegando con dovizia di particolari anche la battaglia legale che la società pugliese ingaggerà fin dal prossimo 27 aprile.
Avvocato Grassani, nell’estate del 2018, grazie ad una corsa contro il tempo che la vide tra i principali protagonisti, il Bari è stato rilevato dalla famiglia De Laurentiis. Quanto la inorgoglisce la promozione appena ottenuta? «Quell’esperienza è stata la più entusiasmante della mia quasi trentennale carriera di legale di diritto sportivo. Trovai una tifoseria tradita, forse anche sfiduciata, ma con una voglia di combattere unica, sicuramente mai più incontrata in altre piazze, e ciò indipendentemente dalla categoria da cui la società sarebbe ripartita. Girai per un mese la vostra meravigliosa città con una Vespa 125 scassata, prestatami dal mio amico Nunzio Smacchia, gran tennista, e, dopo l’aggiudicazione feci vere e proprie processioni presso il Comitato Figc, presieduto da Vito Tisci, per affiliare la squadra alla Federazione. Quando, a tarda sera di fine luglio 2018, il Sindaco De Caro lesse il nome della Filmauro-Gruppo De Laurentiis come aggiudicataria del titolo sportivo ero in diretta telefonica con Aurelio De Laurentiis e tra noi ci fu un momento di vera e intima commozione. Ce l’avevamo fatta. Occorreva, a quel punto, mettersi a lavorare duramente e così è stato».
Il successo della squadra biancorossa è stato salutato dalla solita, incredibile, passione della tifoseria. Le regole vigenti possono costituire un freno al desiderio di proseguire la scalata? «La serie A, come traguardo sportivo, non mi sembra assolutamente un problema, la proprietà non è certo spaventata dalla missione. L’obiettivo può essere tranquillamente conseguito, ma le norme, in questo caso, vietano che una proprietà possa avere due club nella medesima categoria».
Lo scorso settembre la Figc ha ribadito la volontà di fermare le multiproprietà nel calcio, ponendo un limite temporale all’estate del 2024. Decisione che il Bari ha impugnato: il ricorso contesta il principio ribadito dalla federazione oppure la tempistica ritenuta troppo breve? «Sia il principio, in quanto opererebbe retroattivamente nel caso del Bari, posto che, all’epoca dell’aggiudicazione, l’unica norma sportiva vigente in materia impediva il controllo di due società militanti nella stessa serie, mentre era consentito in campionati differenti. Ma anche i tempi di dismissione che, in ogni caso, al 30/06/2024, sono assolutamente troppo brevi. Il calcio è programmazione e anche un passaggio di proprietà necessita di tempi adeguati e di riflessioni approfondite. Non si tratta di vendere un appartamento o comprare un’automobile. Basti pensare che, quando la Filmauro partecipò al bando, le regole di ingaggio consentivano, senza data di scadenza, quindi per sempre, di detenere due club in campionati diversi».
Quali saranno i principali passaggi e le possibili evoluzioni della procedura? «Il 27 aprile prossimo il Tribunale Federale Nazionale si esprimerà, quale giudice di primo grado, in materia, poi, in base all’esito, verranno fatte tutte le conseguenti valutazioni. Ora come ora è opportuno navigare a vista e non fare eccessivi proclami sull’iter del giudizio. Spero che il buon senso e la temperanza prevalgano a prescindere».
Quale potrebbe essere un accordo in grado di contemperare gli interessi delle parti? «Il precedente testo della norma non mi sembrava tale da meritare una così drastica rivisitazione: due club, purchè in categorie diverse, si possono mantenere, lo hanno fatto Gaucci, Sensi e, da ultimo, Lotito. Ove dovessero militare nella medesima serie, occorre dismetterne uno entro un tempo predeterminato. Ora invece, anche per chi ha acquistato il “secondo” club allorquando, in serie differenti, potevano esistere le multiproprietà, scatta il time limit del 30/06/2024. Il rischio è che, con tale termine, molto stringente, si venda a soggetti non qualificati o si sia costretti a svendere. Inaccettabile per un imprenditore».
Come potrebbe essere disciplinata una materia così intricata, anche nell’ottica di tutelare gli imprenditori? «In Europa, la Uefa, che organizza tre competizioni, Champions League, Europa League e Conference League, ha già emesso le sue sentenze: addirittura due fratelli, o un padre ed un figlio, marito e moglie, possono essere titolari di due club che partecipano, persino, alla medesima competizione, mentre lo stesso soggetto, sia esso persona fisica o giuridica, che detenga entrambi, ovviamente, non può farlo. Questo è il limite che l’Europa calcistica impone. In Italia, nemmeno il genero, il cognato, una suocera od una nuora di altro proprietario di club professionistico, militante dalla Serie D alla Serie A potrebbero controllarne un secondo, indipendentemente dalla categoria. Capite la differenza? Una soluzione intermedia non contrasterebbe con nessun principio comunitario o di libera concorrenza. Anzi».
Tra la tifoseria barese e Luigi De Laurentiis si sta creando un legame affettivo sempre più forte: è proprio scontato che tra Napoli e Bari sia quello biancorosso il club a dover essere “sacrificato”? «Posso certificare che la famiglia De Laurentiis ha dato tantissimo alla società, alla squadra ed alla piazza di Bari. Senza secondi fini o interessi privati. Aurelio ha aperto la strada, avendo avuto l’intuizione di buttarsi in un campionato, la Serie D, che nemmeno sapeva che esistesse quando partecipò alla gara. Lo ha fatto conoscendo quanto generosa e appassionata fosse la città di Bari, la tifoseria, le sue Istituzioni. Luigi, scuola di Los Angeles, ha portato idee innovative, ha rivoluzionato il marketing, il merchandising, si è dotato di un’ottima squadra dirigenziale, è sceso con umiltà tra la gente, senza rimanere nella sua torre di avorio, si è fatto amare senza filtri o atteggiamenti di convenienza, ma, soprattutto, a mio avviso, ha saputo coniugare il calcio con il modello virtuoso di fare impresa ed i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Credo sia ancora molto presto prima che si possa parlare di un Bari in vendita o di un Bari “sacrificato”. Lunga vita al Bari e, come presidente del Bari, a Luigi De Laurentiis».
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