Presidente Paparesta, visti i numeri,
quando i tifosi dicono che Bari è una
piazza da serie A, non è un’autocelebra –
zione campanilistica.“No, assolutamente, ma non lo dicono solo i tifosi,
ne sono consapevoli sia la società, sia gli addetti ai lavori.
Lo dicono in tanti perché realmente Bari è
una piazza che ha grandissime potenzialità
e che dal punto di vista della tifoseria
sta dimostrando un valore tra
le prime dieci d’Italia, come numero di presenze, attaccamento
e vicinanza”.
Sorpreso?“Il primato in serie B non mi
sorprende affatto, anzi significa
che quando ho presentato
il mio progetto a chi poteva
essere interessato ad acquisire
determinati diritti e spazi,
non era campato in aria, ma assolutamente
veritiero ed attendibile,
tanto che chi ha investito su questi diritti
ha già trovato un positivo tornanconto”.
In percentuale, quanto pesano gli introiti del
botteghino sul bilancio complessivo del Bari?“Sono una parte importante, ma non in maniera eccessiva:
circa il 25% del totale degli introiti”.
Sul fronte dei diritti TV il gap con la serie A è
sempre molto grande?“Sì lo è, anche se devo dire che con il lavoro che si
sta facendo in questi anni sulla cessione dei diritti e
gli accordi di mutualità, sicuramente il rapporto migliora
anche se rimane di uno a sei, uno a sette tra chi
è in B e chi è in A”.
Se al primo anno non le è riuscito di riportare il
Bari in A, sicuramente ha avuto il merito di riavvicinare
la squadra alla città. Teme però che che
gli 11mila abbonati dello scorso anno possano
diminuire dopo la stagione non esaltante 
?
“Io non credo. È pur vero che incidono tanti fattori
come le difficoltà più in generale legate alla crisi
economica che tarda a lasciare la morsa
su tutti noi, però sono fiducioso
perché credo che il tifoso abbia
visto quanto la società si stia
sempre più adoperando per
cercare di fare il meglio e soprattutto
per fornire lo spettacolo
migliore possibile. Comprendendo
anche le difficoltà
economiche faremo una campagna
abbonamenti estremamente
accessibile anche per
premiare coloro i quali vorranno
investire e credere nel progetto
Bari anche nel prossimo anno”.
Le parole programmazione e calcio a
volte sono però difficilmente conciliabili a
causa dei tempi: medio lunghi nella visione, brevissimi
nelle aspettative della piazza: come si
supera questo problema?“Cercando di abbreviarli! Tutti vorremmo raggiungere
al più presto i risultati migliori ma credo che nulla
avviene per caso, è tutto frutto di lavoro, attenzione e
di grande programmazione. Ci stiamo impegnando al
massimo per costruire una squadra che sarà competitiva
e che cercherà di fare meglio dell’anno scorso
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