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| Titolo: CdS/GdS - Brienza: "Ho un ruolo diverso, ma di prestigio. Il ritiro? Arriva per tutti, ora devo capire come incidere" Sab Set 14, 2019 8:17 am | |
| Ciccio Brienza, da pochi giorni rientrato nell'emisfero biancorosso in nuove vesti, parla al Corriere dello Sport. La sfida fra Bari e Reggina, e la sua nuova vita, fra i temi trattati. "Ho un ruolo diverso ma di grande prestigio. Rappresento una città importante come Bari, un società rinata con progetti ambiziosi. C’è un grande presidente che vuole riportare il Bari dove merita. L’ha dimostrato con una campagna acquisti scoppiettante per la categoria. Un pubblico molto appassionato, ideale per un giocatore di calcio".
Sul ritiro... "Un momento che arriva per tutti, a malincuore. Finchè si riesce a stare in campo, a continuare a dare qualcosa, diventa difficile smettere. Prima facevo quello che mi riusciva meglio, giocare. Adesso devo imparare tutto velocemente per capire dove posso incidere di più. Ho un ruolo importante in una società di classe". "I ragazzi sanno che quando si accetta una realtà come Bari si è obbligati a vincere - rimarca Brienza - Le difficoltà ci sono ma vanno messe in preventivo. Paradossalmente è più difficile vincere la C che la B. Ai tifosi chiedo di essere uniti per trascinare la squadra con il loro entusiasmo. Bari è una piazza ambiziosa ma la tifoseria deve essere l’arma in più per raggiungere quegli obiettivi che sono nei propositi di tutti".
Ricorda l'esperienza alla Reggina, avversario lunedì del Bari: "Arrivai alla Reggina dal Palermo giocando una stagione in A e due in B. Furono le stagioni più prolifiche della mia carriera, segnai 23 gol pur giocando poco per un infortunio".
"Il campionato di C è difficile, sale solo chi arriva primo, poi i playoff sono una bagarre. Bari e Reggina si contenderanno il primato sino alla fine. Sarà una bella partita lunedi sera", osserva Brienza, che poi si sofferma sulle difficoltà lasciate intravedere dai biancorossi: "Non si è visto il vero Bari? Naturalmente. Ci sono tanti ragazzi nuovi che stanno insieme da appena due mesi. Occorre tempo per assemblare la squadra, ma il Bari è uno squadrone".
Nel corso dell'intervista rilasciata al Corriere dello Sport, Franco Brienza parla delle possibilità del Bari e della sua rosa, attesa dalla sfida contro la Reggina: "Giocatori importanti, forti che vengono da categorie superiori. Il presidente non ha badato a spese, segnale importanti per la città. Ma ora la parola passa al campo. Mi aspetto una bella partita aperta. La Reggina è una squadra che gioca. Sarà uno spettacolo in campo e sugli spalti".
"Cosa mi manca di più? Lo spogliatoio, la routine quotidiana, la preparazione alla partita. Ho ancora le energie, la mentalità del calciatore. Ma ho trovato un altro sistema per staccare. Quale? Ricomincio da 40. Oltre a ricoprire il ruolo che mi è stato affidato dal Bari, a gennaio comincerò il corso per allenatore di base. Vorrei capire se, magari, posso essere attratto dalla panchina". Dichiarazioni di Ciccio Brienza, affidate a La Gazzetta dello Sport oggi.
Brienza torna sulla magica serata in cui è stato ri-presentato ai tifosi: "Certe emozioni rimangono per sempre nella vita di un uomo. Puoi anche essere preparato a provarle, ma al momento opportuno ti senti sempre impreparato. Le lacrime di quella sera erano naturali".
Promuove Antenucci: "Uno di quelli che interpretano il calcio con la testa. Come piace a me. Ha tutto per diventare il trascinatore del Bari".
Il rimpianto... "Nel 2005 facevo parte del giro azzurro. Avrei avuto qualche chanche di partecipare al Mondiale. Ma in estate Guidolin lasciò la panchina del Palermo. Gli subentrò Delneri e rimasi stretto nel suo 4-4-2".
Nel corso dell'intervista a La Gazzetta dello Sport, Brienza parla dei complimenti più graditi nel corso della sua carriera, ricevuti dall'argentino Saviola: "Era stato un grande nel Barcellona. Lo incrociai da avversario in un pirotecnico Verona–Cesena 3-3. Venne a trovarmi nello spogliatoio per riempirmi di elogi. L’emozione più intensa? L’esordio in A col Perugia a San Siro contro il Milan di Maldini, Costacurta, Pirlo, Inzaghi. Perdemmo 2-1, ma era stata già un’impresa portare la palla nella loro metà campo".
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