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| Titolo: Ilgalletto.tv - Raffaele Rubino: “Bari il mio rimpianto. Che ricordi quel 4-1 contro il mio Novara!” Gio Nov 15, 2018 2:08 pm | |
| Cresciuto nelle giovanili del Bari, non ha mai avuto l’opportunità di esordire in prima squadra con i biancorossi. Il barese Raffaele Rubino detiene il record di aver segnato con la stessa maglia, quella del Novara, in tutte le categorie professionistiche, dalla C2 alla Serie A. Inoltre è il secondo marcatore di sempre nella storia della squadra piemontese con 87 gol, uno in più di Silvio Piola.
L’ex attaccante, attuale ds del Trapani, si racconta a ilGalletto.TV.
Cosa pensa della decisione della famiglia De Laurentiis, già proprietaria del Napoli, di acquisire il Bari?
“Per Bari è una risorsa importante. Avere una proprietà così solida vuol dire garantirsi un percorso di crescita“.
Cosa vuol dire secondo lei per il movimento calcio il Bari in serie D?
“Un’opportunità di visibilità per il campionato e per le squadre che non ne hanno mai avuto la possibilità. Prende lustro il torneo, ha perso di qualità o aspettative il Bari, ma purtroppo, è brutto dirlo, è stato il modo di ripartire e ricreare entusiasmo“.
Da addetto ai lavori che idea si è fatto della rosa messa a disposizione di mister Cornacchini?
“Difficilmente commento perché non voglio mettere in discussione il lavoro degli altri, però la classifica oggi è chiara. Il Bari è allestito con giocatori di un trascorso importante. I presupposti per fare più che bene ci sono“.
Da ex attaccante cosa pensa del reparto avanzato dei biancorossi?
“Parliamo di giocatori che già in categorie superiori erano determinanti per i loro gol e per il loro modo di giocare, figuriamoci in D. Sarebbe clamoroso da parte dei giocatori stessi non rendere per le loro capacità. Sono giocatori che possono fare molto bene in categoria, fino a fine anno saranno una grande risorsa per il Bari“.
Questa squadra è stata costruita con la speranza di disputare la serie C. Secondo lei con questo organico che ambizioni avrebbe potuto avere il Bari in serie C?
“Sicuramente con quei nomi si sarebbe potuta presentare in Serie C. È stata allestita una gran squadra, quindi poteva dire sicuramente la sua anche in un’altra categoria“.
C’è qualche giocatore della rosa del Bari che in estate è stato avvicinato dal Trapani?
“Quest’estate il Bari ha cercato un paio dei nostri giocatori, ma buon per me che non si sia fatto nulla. Non voglio fare nomi: io sono contento della mia squadra e a Bari sono sicuramente contenti della loro.”
Da barese e da giocatore cresciuto nelle giovanili del Bari, secondo lei per quale motivo non è riuscito ad affermarsi con la maglia biancorossa? Ha qualche rimpianto in merito?
“Ho tanti rimpianti. Sono sempre stato dispiaciuto di non aver mai esordito con la maglia del Bari. Purtroppo da calciatore non è accaduto, sono riuscito solo ad avere una parentesi come collaboratore di Zamfir all’epoca di Paparesta, nella stagione in cui si sono persi i playoff per la Serie A. In quell’occasione ho avuto la possibilità di tornare a casa e me la sono goduta sotto un’altra veste“.
La parte più importante della sua carriera da professionista è stata sicuramente a Novara dove è diventato un idolo, essendo tra l’altro uno dei pochissimi giocatori in Italia ad aver segnato in tutte le categorie con la stessa maglia. Quale è il ricordo più bello della sua esperienza in Piemonte?
“Io ricordo l’ultima partita del Novara a Bari (finita 4-1 per i biancorossi, ndr) è stata quella con 50mila spettatori. Era l’anno del fallimento e il Bari lottava per conquistare l’accesso ai playoff. Sicuramente entrare nel corso di quella partita è stata una grandissima emozione. Poi, ovviamente, essendo passati dalla Serie C alla Serie A con il Novara, nel cuore ho le immagini di tutte le vittorie conseguite e i campionati conquistati“.
Lei ora è il ds del Trapani, in C. La sua squadra attualmente è prima, anche se Juve Stabia e Catania hanno giocato due partite in meno. Vi aspettavate di essere in questa posizione di classifica dopo 10 giornate? E chi ritiene possa essere l’avversario con cui bisognerà fare i conti fino alla fine?
“Sapevo di aver allestito una buona squadra, sapevo di avere un allenatore all’altezza. Basta veramente poco per cambiare le dinamiche, quindi mi tengo stretto e buono tutto quello che abbiamo fatto finora perché ci servirà per continuare in una certa maniera. Non mi aspetto nulla di più dalla mia squadra che quello che sta facendo, perché so che ci possiamo togliere qualche soddisfazione“.
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