BARI. Se non fosse che vendere è diventata la cosa più difficile al mondo
verrebbe da scrivere che sarebbe la vera priorità in casa Bari. Perché se vendi
non vendi un panchinaro ma gente che in passato è stata considerata un punto
fermo. Si parla delle cessioni di Sabelli, Galano e Caputo. Bè, non serve esere
laureati al supercorso di Converciano per sapere che un conto è immaginare la
costruzione di una squadra con loro e cosa completamente diversa sarebbe pen-
sare di farne a meno.
La prima regola che si impone una società è non svendere il proprio patrimonio
tecnico. Succede, però, che chi compra si impone regole altrettanto ferree.
Ascolti la prima richiesta e poi cerchi il gioco al ribasso. Una richiesta di un milione
di euro a giugno può abbassarsi del 50% a fine agosto. Ergo, calma e gesso. Capi-
to che sorta di giungla è il mercato, specie quello di serie B?
Prendiamo il caso di Galano. Sul piano potenziale è un attaccante che può avera
una quotazione vicina ai due milioni di euro. Ma è reduce da una stgione a dir poco
complicata e, particolare non indifferente, ha un contratto in scadenza tra un anno.
Scontato, insomma, che se un club decidesse di puntare sul talento foggiano ci
sarebbe da battagliare nella consapevolezza che vendere bene può consentirti un
mercato in entrata decisamente più <<aggressivo>> e una maggiore chiarezza del-
la strategia degli obiettivi da perseguire.
Occhio, però. Parliamo di argomenti che saranno quotidianamente al centro dei
confronti tra Paparesta e il suo staff da un lato (il responsabile dell'area tecnica
Zamfir e il direttore sportivo Antonelli, che ha il contratto in scadenza a fine mese
ma sul cui futuro ancora non è stata fatta ufficialmente chiarezza) e Nicola dall'al-
tro. Un progetto tecnico credibile non può non poggiare su chiarezza di idee e
scelte forti. Anche se, alla luce della volubilità del mercato, bisogna essere sempre
pronti a piccoli cambiamenti. Quello che sembra una certezza oggi potrebbe non
esserllo più domani.
Ma cosa c'è al centro dell'idea di calcio firmata da Nicola? Bè, l'impressione è che
l'allenatore biancorosso si aspetti un giocatore di qualità per reparto. Una certezza,
tanto per intendersi. Un difensore in grado di comandare il reparto, dotato di carisma
e personalità. Un centrocampista che unisca quantità e qualità. E, ciliegina sulla
torta, un bomber di razza. Possibilmente un centravanti che, numeri alla mano, abbia
già dimostrato di potere rappresentare il valore in più nel campionato di serie B.
Cacia? Fare nomi, in questo momento, potrebbe diventare un
bomerang. Parliamo
di un buon centravanti, che sicuramente piace a Nicola. Ma le trattative vere e proprie
sono un'altra cosa.
Antonello Raimondo
La Gazzetta del Mezzogiorno